Piovono critiche dalla stampa tedesca sulla bozza di accordo della nuova grande coalizione. Per Die Welt la Germania “non è più un esempio per l’Europa” per lo Spiegel “ignora la crisi”
Chi l’avrebbe mai detto di vedere proprio Angela Merkel accusata di scarsa austerità? Eppure è proprio quello che sta succedendo alla cancelliera tedesca: neanche il tempo di rallegrarsi per l’accordo finalmente raggiunto tra cristianodemocratici e socialdemocratici per la formazione del nuovo governo di larghe intese che già sulla bozza piovono critiche da ogni parte.
L’ultima parola spetta ai 474 mila iscritti alla Spd che dovranno approvare con un referendum l’accordo che Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo e capo negoziatore per l’Spd, ha definito un “eccellente risultato” per il suo partito. Ma dalla stampa tedesca arriva intanto una sonora bocciatura. A suscitare le critiche sono soprattutto le concessioni sul salario minimo, argomento principale dalla base socialdemocratica, che dal 2015 dovrebbe essere fissato a 8,50 euro l’ora. E poi ci sono pensioni più generose, investimenti in infrastrutture e istruzione, nessun aumento delle tasse. Abbastanza per fare parlare di una cancelliera che “tradisce le politiche di austerità di Berlino”.
L’accusa arriva dal quotidiano tedesco Die Welt, secondo cui la Germania “non è più un esempio per l’Europa” perché la coalizione di governo formata da Cdu-Csu e Spd sta di fatto “ripudiando le misure di austerity finora imposte da Berlino ai Paesi in crisi”. Secondo il giornale teutonico a questo punto “Greci, italiani e spagnoli possono tirare un sospiro di sollievo” perché difficilmente la Germania “potrà ancora imporre misure draconiane ad altri Paesi europei se adesso Berlino si sdraia in vacanza sulla spiaggia del populismo”.
Il duro attacco è tutt’altro che isolato. Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung il patto “riversa sul Paese la cornucopia dell’abbondanza dei vantaggi sociali”. Tutti hanno il loro tornaconto ma, prosegue la testata, “molti tedeschi pagheranno i costi nascosti di queste concessioni, anche se questo riguarderà solo le generazioni future”.
Secondo il commentatore di Der Spiegel e Financial Times Wolfgang Münchau, poi, il nuovo governo ignora la crisi in Europa” e la Spd con questa coalizione contribuirà alla bancarotta dell’eurozona: “Una vera unione bancaria, con un fondo comune per la chiusura degli istituti e una comune garanzia dei depositi sarebbe un fondamentale contributo alla risoluzione della crisi” scrive l’editorialista ma “ancora più importante sarebbe una politica di rapida riduzione dei vecchi debiti. Senza un taglio del debito una parte rilevante del Sud Europa non ce la farà a riprendersi”.
Letizia Pascale