Roma – Prima e solo gli italiani. Sempre. Anche quando ci sarà da erogare il reddito di cittadinanza. L’ufficialità a quella che stava diventando una ‘querelle’ anche all’interno del Governo, l’ha data dalla lontana Cina il vicepremier, Luigi Di Maio. Contraddicendo le parole di ieri pronunciate dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
“È chiaro che è impossibile, con i flussi immigratori irregolari, non restringere la platea”, finendo quindi per “assegnare il reddito di cittadinanza ai soli cittadini italiani”, ha detto Di Maio a Radio Anch’io. Ovviamente favorevole, e non poteva essere diversamente, l’altro vicepremier, Matteo Salvini che da Genova ha espresso la sua soddisfazione parlando di “una precisazione che accogliamo con grande piacere”.
Boccia completamente l’ipotesi l’attuale presidente del Cnel, l’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu, secondo il quale “è inaccettabile, secondo il diritto europeo, che una prestazione assistenziale come il reddito di cittadinanza possa essere data solo agli italiani”. Treu ha spiegato che la Corte europea di giustizia si è pronunciata più volte su prestazioni simili ribadendo l’estensione anche agli stranieri con permesso di lungo soggiorno, “secondo me non è accettabile che il reddito si dia solo agli italiani”. Secondo il Pd Ettore Rosato accusa il governo di fare solo “tante promesse e nulla di concreto”.