Bruxelles – Un messaggio all’Italia, ma senza fare nomi. Un messaggio alla Germania, sempre senza fare nomi. Sempre nel suo stile il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, dice quello che ritiene vada detto. Intervenuto a Berlino per la conferenza sull’unione economica e monetaria organizzata dall’istituto Jeacques Delors, il capo della Bce non si limitato a ripercorrere la storia del progetto. Nella sua riflessione non ha potuto fare a meno di fare correlazioni con i giorni di oggi, e i riferimenti alle vicende politiche nazionali non sono mancate.
Primo affondo: occhio all’economia nazionale, e tenerne conto prima di proporre soluzioni troppo audaci. “Soprattutto per i Paesi alle prese con bassa produttività, invertire la direzione dell’integrazione europea non sarebbe un percorso redditizio”. Non è un mistero che tra i principali Paesi dell’Eurozona l’Italia è quello che fa più fatica, con un ritmo di crescita inferiore rispetto agli altri. Così come non è un mistero che nell’attuale governo in più occasione sono stati fatti pubblici ragionamenti sul progetto comunitario e moneta unica.
Secondo affondo: attenti a promettere. “Piuttosto che criticare le opinioni dei nostri avversari od offrire soluzioni semplici, che sono sempre sbagliate, a questioni complesse proviamo a capire quali sono le lezioni” impartite dal passato. In altre parole, il populismo non è la risposta ai problemi. In senso lato un messaggio un po’ per tutti, in questa Europa di scetticismo generale e di euroscetticismo in particolare. Che tocca anche il Belpaese.
Infine la stoccata alla Germania, e la sua riluttanza a condividere i rischi a cui sono esposte le banche. Il dibattito tra condivisione del rischio e riduzione del rischio frena divide le due anime dell’Ue. I Paesi del nord non vogliono mettere in comune le risorse liquide necessarie per i cuscinetti di salvaguardia in caso di crisi bancarie prima che tutti gli Stati membri abbiano ridotto al minimo le criticità dei propri istituti creditizi. In parole povere non si vuole pagare con i propri soldi le crisi di banche altrui. L’Italia chiede di andare avanti con il sistema comune, la Germania da sempre frena. “La condivisione del rischio favorisce sia la stabilità che la convergenza all’interno delle unioni monetarie”, dice Draghi a Berlino. Quale posto migliore per mandare messaggi ai tedeschi?