La Commissione si impegna ad una serie di azioni per eliminare il fenomeno. Reding: “Non possiamo farcela da soli”, Ashton: “Nessuna donna al mondo deve più subirne”
Capire meglio il problema, sostenere le vittime, proteggere i soggetti a rischio, rafforzare l’azione penale, promuovere iniziative anche al di fuori dell’Unione europea. In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le Commissione europea prende un impegno concreto per combattere uno dei reati più odiosi commessi ai danni di donne e ragazzine: le mutilazioni genitali femminili. Si tratta in realtà di una serie di azioni che l’esecutivo europeo ha racchiuso in un documento programmatico, che segue la consultazione pubblica lanciata a marzo su questo tema.
Si calcola che ancora 500 mila donne solo nell’Unione europea e più di 125 milioni nel mondo siano vittime di questa pratica, internazionalmente riconosciuta come una violazione dei diritti delle donne e una forma di abuso sui minori. Vittime o potenziali vittime di questo reato, secondo recenti studi, sono presenti in almeno 13 Paesi dell’Ue, tra cui anche l’Italia.
Contro un fenomeno ancora così pesante l’esecutivo Ue prende una serie di impegni. Per prima cosa si propone di lavorare con le istituzioni nazionali per mettere a punto indicatori che permettano stime più precise sul numero di vittime. Ci sono poi da sfruttare meglio i finanziamenti comunitari: nel solo 2013 l’esecutivo Ue ha finanziato progetti per 2,3 milioni di euro, ma in futuro vuole sfruttarli ancora per sostenere attività di prevenzione, sensibilizzare i cittadini, sostenere il personale che lavora con le vittime. E ancora, in futuro la Commissione vuole favorire l’applicazione delle normative contro le mutilazioni genitali femminili da parte degli Stati membri, ma anche proteggere le potenziali vittime applicando le leggi europee sul diritto d’asilo e incoraggiando gli Stati membri ad accogliere le bambine e le donne a rischio.
L’attività dell’esecutivo Ue non rimarrà all’interno dei confini dei 28: l’impegno è ad affrontare il problema a livello mondiale, nei dialoghi bilaterali con i paesi partner interessati. Per verificare l’utilità di queste azioni e per mantenere il tema al centro dell’agenda politica, la Commissione promette di fare il punto sui progressi ottenuti ogni anno, in occasione della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, il 6 febbraio.
“Sarò chiara: la Commissione non può farcela da sola” ha commentato la Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia, Viviane Reding: “Lavoreremo a stretto contatto con gli Stati membri, le Nazioni Unite, le organizzazioni non governative e le comunità interessate. Sono convinta che insieme riusciremo a confinare nei libri di storia le mutilazioni genitali femminili”. “Useremo tutte le risorse e tutti gli strumenti politici e economici dell’Ue per promuovere iniziative e leggi che concorrano a un mondo in cui nessuna donna, bambina o adolescente debba più subire una pratica così crudele e intollerabile” ha assicurato anche l’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Catherine Ashton.
L. P.