Bruxelles – La campagna “Apriamo i porti” arriva anche a Bruxelles: gli italiani residenti a Bruxelles organizzano un sit-in davanti all’ambasciata italiana in Belgio in rue Emile Claus 28, “per chiedere – spiega una nota – al governo Conte-Salvini una politica migratoria aperta e solidale” martedì 17 luglio alle ore 18.30 per ottenere al governo italiano l’apertura dei porti italiani e la salvaguardia delle vite umane.
Sulla scia delle proteste di migliaia di cittadini uniti sotto lo slogan “Apriamo i porti”, un gruppo di italiani a Bruxelles ha deciso di unirsi alla campagna “mettendo in piedi un collettivo che dia voce a tutti coloro che credono in una politica migratoria di accoglienza e solidale”.
Il Collettivo “Apriamo i porti Bruxelles” si pone l’obiettivo di dare una corretta informazione sulle politiche migratorie, attraverso momenti di mobilitazione civica, di informazione e di dibattito. . Durante la mobilitazione, una delegazione entrerà in ambasciata per consegnare all’attenzione dell’ambasciatrice Elena Basile una lettera aperta che sarà poi trasmessa al Governo Italiano.
Ecco i punti salienti della lettera:
• porre immediatamente fine alla politica di chiusura dei porti, che viola numerosi accordi internazionali firmati dall’Italia e pone in serio pericolo la vita dei migranti
• porre immediatamente fine alla politica di criminalizzazione delle organizzazioni non governative (Ong)
• adottare qualsiasi altra misura necessaria per porre fine a l’allarmante aumento del numero di morti, maltrattamenti e di esseri umani sottoposti a tortura, in particolare ponendo fine all’accordo Italia-Libia
• opporsi, in sede del Consiglio Europeo, al proseguimento della politica di accoglienza e, di fatto, detenzione delle persone migranti e richiedenti asilo in paesi terzi come la Libia e la Tunisia, dove spesso la detenzione è accompagnata dall’uso sistematico di trattamenti inumani e degradanti
• scongiurare la dilagante disinformazione e la falsificazione di dati a fini demagogici e di propaganda, evitare l’uso di termini a connotazione razzista e di incitazione alla violenza. L’iniziativa è inoltre sostenuta da diverse organizzazioni tra cui Libera Bruxelles, Casi-UO, Anpi Bruxelles, Crer e Medex.