Roma – “Il debito pubblico italiano ha dietro un ingente patrimonio pubblico e privato, una propensione al risparmio delle famiglie comparativamente elevata rispetto all’Europa, e una solida economia con una componente di rilievo capace di affermarsi nella competizione internazionale”. Il ministro per gli Affarti europei Paolo Savona – dopo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo aveva già fatto nel suo intervento sul Vertice europeo di domani e dopodomani – ribadisce che il debito pubblico italiano è sostenibile. “Se nonostante ciò la democrazia italiana fosse esposta a gravi attacchi speculativi” sui titoli di Stato, avverte il ministro, “non sarebbe effetto delle consizioni di sostenibilità del debito ma di un’architettura europea con gravi lacune, la più grave delle quali è che non dispone degli strumenti consueti per una banca centrale”. Se lo spread tra titoli italiani e tedeschi sale, spiega in sostanza il ministro, è colpa della Bce che, per statuto, non può acquistare direttamente sul mercato primario i titoli dei Paesi per i quali batte moneta.
“Gli strumenti alternativi finora proposti per ovviare all’assenza di un prestatore di ultima istanza”, che acquisti appunto il debito sovrano quando il mercato non è disposto a farlo e dunque “contrasti la speculazione, non appaiono adeguati”. Savona punta il dito contro il quantitative easing, il programma con il quale la Bce ha sì acquistato i bot italiani, come quelli di altri Paesi, ma sul mercato secondario. Per Savona sono risposte inadeguate “nei tempi di reazione, sempre lenti, e nella dimensione necessaria, sempre scarsa”.
“Siamo fiduciosi” che gli strumenti diventeranno idonei “e il governo opererà in tal senso”, assicura l’esponente dell’esecutivo. “I dettagli di questa azione verranno resi espliciti nelle sedi parlamentari” e “le date sono già state fissate nel calendario dei lavori”, riferisce. La linea verrà però concordata con il resto del governo, e il ministro rivela di aver “già convocato per il 5 luglio il comitato interministeriale per gli Affari europei”, con lo scopo di confrontarsi con gli altri ministri prima di portare la strategia italiana per l’Eurozona davanti al Parlamento e poi in Europa.