Bruxelles – A pochi giorni dall’accordo tra le istituzioni Ue di innalzare i target per il 2030 sulle rinnovabili e l’efficienza energetica – misure che secondo il commissario per il Clima Miguel Arias Cañete possono portare dall’attuale 40% al 45% gli obbiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra – l’alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, ha sottolineato nel corso di un evento sul clima, oggi a Bruxelles, che il cambiamento climatico è strettamente legato alla sicurezza, e che il rischio è comparabile solo a quello dell’uso di armi di distruzione di massa.
Il World economic forum, ha spiegato Mogherini, dice che “4 dei 5 principali rischi globali sono connessi al cambiamento climatico” . I pericoli legati a tale cambiamento, ha aggiunto l’alta rappresentante, sono paragonabili “solo alle armi di distruzioni massa”. La vicepresidente della Commissione ha parlato nel corso della conferenza “Climate, peace and security: The time for action”, organizzato dal servizio europeo per l’Azione esterna, del quale l’italiana è a capo.
Il riscaldamento globale, ha spiegato la titolare della diplomazia europea, ha delle implicazioni importantissime per la sicurezza, anche nazionale. Per forza di cose, tuttavia, va affrontato con un approccio globale. Esso, ha evidenziato Mogherini, “modifica l’ambiente sociale e di sicurezza in tutto il mondo”. Basti pensare, ha aggiunto riferendosi all’attuale quanto drammatico tema migratorio e alle sue implicazioni, che il cambiamento del clima è una delle principali ragioni per le quali avvengono “movimenti di persone” e vengono “persi lavori” nel mondo.
In l’Iraq, ha spiegato Mogherini – facendo l’esempio di un Paese la cui economia è quasi interamente basata sulle esportazioni petrolifere – il controllo dell’acqua è divenuto più importante di quello sul petrolio”. Pace e sicurezza non riguardano “solo i trattati o il budget” ha detto l’alta rappresentante. Quando “investiamo sul clima investiamo nella sicurezza”, e questo approccio va portato avanti in virtù del fatto che il riscaldamento globale non è un fenomeno “irreversibile, ma un cambiamento messo in atto dall’uomo” e che dall’uomo può essere “invertito”.
Nonostante in tempi correnti, pieni di “confusione e cambiamenti caotici”, sia difficile avere conversazioni sul” bene comune”, ha poi aggiunto Mogherini, il multilateralismo è “l’unica chiave per la sicurezza”, nonché l’unico elemento a “portare risultati”. “Spesso sento parlare di interessi nazionali”, ha spiegato la vicepresidente dell’esecutivo Ue, ma non c’è modo per trattare minacce come “il cambiamento climatico o il terrorismo” se non con il “multilateralismo”, trattando sia i sintomi che le cause, e “mettendo in piedi un sistema di sicurezza sul clima”.
Nonostante questa necessità, ha aggiunto l’italiana, il focus politico dell’incontro ha riguardato soprattutto “politiche nazionali” con discorsi che “sono più focalizzati sulle prossime elezioni che sul futuro delle generazioni”. Pure il clima, ha messo in guardia l’alta rappresentante, riguarda “anche la sicurezza nazionale”. La lotta contro il cambiamento climatico, tuttavia, “va affrontata con un’azione globale”, perché “non è un discorso relativo solo a piccole isole” che rischiano di sparire nel Pacifico, ma riguarda tutti, come dimostrato dai “disastri naturali” che avvengono “ovunque nel mondo”, ha concluso Mogherini.
“C’è l’urgenza di agire. Ognuno deve farlo immediatamente”, le ha fatto eco il commissario Ue per l’Azione sul clima e l’enrgia Cañete, anch’egli intervenuto alla conferenza. Il 20 giugno , Canete ha annunciato che, grazie ai recenti accordi su rinnovabili ed efficienza energetica, l’Unione può ridurre le emissioni entro il 2030 del 45% rispetto ai livelli del 1990. Allo stato attuale, come parte del proprio impegno nell’abito dell’accordo di Parigi delle Nazioni Unite, l’Unione prevede di ridurre le emissioni di “almeno il 40%”.
Tra le decisioni prese, vi è quella di aumentare dal 27% al 32% la percentuale di energia rinnovabile entro il 2030, e quella di portare al 32,5% invece del 30% il target di risparmio energetico dovuto all’efficienza. L’annuncio è arrivato durante il secondo meeting “Ministerial on Climate Action”, svoltosi a Bruxelles il 21 giugno, cui, oltre all’Unione, hanno preso parte anche Cina e Canada.
Gli obiettivi in materia di energia pulita recentemente negoziati su fonti rinnovabili, efficienza energetica e governance hanno superato le proposte iniziali della Commissione e hanno spinto Canete a fare pressione per un aumento dell’impegno parigino dell’Ue. L’innalzamento dell’obiettivo per la riduzione delle emissioni necessita tuttavia del via libera del Consiglio europeo, al quale la Commissione intende inviare una proposta dopo la pausa estiva. La Commissione presenterà anche gli accordi sull’energia pulita alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a fine anno in Polonia.