Bruxelles – Russia e Cina si riavvicinano tra loro, la crisi dei migranti continua, e anche attorno all’accordo sul nucleare iraniano si addensano preoccupazioni. È in questo scenario che la Commissione europea propone un aumento complessivo di 23 miliardi di euro dei fondi destinati alla Difesa europea nel periodo 2021-2027. Una misura che non mette in discussione il ruolo “vitale” dell’alleanza Atlantica per la difesa dell’Europa, ci tengono a precisare dall’esecutivo europeo.
Nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale Ue 2021-2027, l’alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza Federica Mogherini e la Commissione Ue hanno proposto l’istituzione di un “Fondo europeo per la ricerca e sviluppo militare” e di uno “Strumento europeo per la pace”, destinato a sostenere le missioni globali dell’Ue e dei suoi partner. A queste iniziative si aggiunge un “Fondo per la sicurezza interna”, per contrastare la radicalizzazione, il terrorismo e altre minacce endogene.
“Nel corso degli ultimi due anni l’Unione europea ha adottato misure di sicurezza e difesa in precedenza inimmaginabili. Ora possiamo sostenere la ricerca e la cooperazione per sviluppare le relative capacità operative”, ha detto Mogherini. “L’Unione deve lavorare di più sulle proprie capacità, all’interno e fuori” anche perché “sono intervenuti fattori che hanno rafforzato la necessità di un lavoro autonomo sulla sicurezza e difesa”, ha aggiunto l’alta rappresentante.
Mogherini ha poi precisato che l’approccio adottato non è “diretto contro nessuno” e “non è una reazione”, anche se è “chiaro che esiste una domanda perché l’Ue sia più presente e attiva nel mondo”, e noi “siamo pronti a rispettare le nostre responsabilità”.
“L’Europa ha bisogno di appropriarsi maggiormente della protezione dei cittadini” ha detto il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, aggiungendo che questo è solo “il punto di partenza”.
Il nuovo Fondo europeo per la difesa avrà una dotazione che passa dagli attuali 90 milioni a 13 miliardi di euro per il periodo compreso tra il 2021 e il 2027, per rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue nel campo della Difesa, potenziando la ricerca e l’innovazione transfrontaliere. Dei 13 miliardi, 4,1 miliardi euro serviranno per il finanziamento diretto di progetti di ricerca collaborativi mentre 8,9 miliardi serviranno per integrare gli investimenti degli Stati membri, mediante il cofinanziamento dei costi connessi allo sviluppo di prototipi e alle conseguenti attività di certificazione e collaudo.
I progetti che otterranno finanziamento saranno quelli che corrispondono alle priorità concordate dagli Stati membri nel quadro della Politica di sicurezza e difesa comune e di altre organizzazioni regionali e internazionali, come la Nato.
“Per la prima volta nella storia dell’Unione europea – ha commentato Katainen – una parte del bilancio è destinata a investimenti collettivi finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi materiali per proteggere i nostri cittadini”. Il Fondo europeo per la difesa è un effettivo strumento comune che incoraggia gli investimenti congiunti e intensifica gli sforzi degli Stati membri nel settore della difesa”. Ha aggiunto Katainen.
Per quanto riguarda la ricerca nell’ambito Difesa, ha aggiunto, “il 90% delle attività è nazionale e noi vogliamo incentivare” una cooperazione migliore, per far sì che ci si avvalga “di risorse pubbliche esistenti”. La Commissione stima che il costo della mancata cooperazione fra gli stati membri nel campo della sicurezza si colloca fra 24 e 100 milioni di euro all’anno. Elzbieta Bienkowska, commissaria responsabile per l’Industria, ha definito il fondo una “svolta decisiva per la cooperazione nel settore della difesa in Europa”.
Il fondo avrà bisogno dell’approvazione del Consiglio europeo, ma probabilmente non incontrerà grandi difficoltà. Secondo l’alta rappresentante gli Stati membri “ci hanno sostenuto moltissimo” e non “vedo interrogazioni o obiezioni per il lavoro che stiamo facendo per la Difesa” ma “sostegno, perché abbiamo un vantaggio in termini di economia di scala che non utilizziamo” e dobbiamo “sfruttare al massimo le potenzialità che abbiamo in questo campo”.
Il rafforzamento della Difesa europea, tuttavia non si sovrappone all’ombrello atlantico, pilastro fondamentale e imprescindibile della Difesa europea. “Siamo ancora convinti – ha detto Mogherini – del ruolo vitale dell’alleanza transatlantica”. Un punto, questo “menzionato nei trattati europei”. Anzi, ha aggiunto il capo della diplomazia europea, il “lavoro” che stiamo facendo per potenziare la “difesa europea rappresenta un contributo pratico e apprezzato dalla Nato, e rafforza la mobilita militare”, permettendo di “spostare personale e attrezzature”. “Un’Europa più forte significa anche una Nato più forte” ha aggiunto Katainen, che ha proseguito: “Difesa europea e Nato sono complementari”.
Annunciato per la prima volta dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione del settembre 2016, il Fondo europeo per la difesa è stato lanciato in una prima versione sperimentale nel giugno 2017.
Come accennato in precedenza, l’alta rappresentante e la Commissione hanno anche proposto uno “Strumento europeo per la pace”, con una dotazione di 10 miliardi di euro fuori dal bilancio Ue che contribuirà migliorare la capacità dell’Ue di prevenire conflitti e garantire la sicurezza internazionale per le missioni e Ue compiute nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc).
Il fondo servirà anche per supportare le operazioni di pace condotte dai suoi partner, quando deciso dal Consiglio Ue, coprendo anche le spese che non possono essere finanziate a titolo del bilancio dell’Ue per via delle implicazioni in ambito militare e di Difesa.
“Tutto sembra impossibile fintanto che non è fatto” ha detto Mogherini , la quale ha aggiunto che con il fondo “migliorerà il finanziamento di operazioni militari dell’Ue e il sostegno alle azioni intraprese dai nostri partner”.
Infine, per il prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue per il periodo 2021-2027, la Commissione ha proposto un consistente aumento degli attuali finanziamenti destinati alla sicurezza: da 3,5 a 4,8 miliardi di euro, per far fronte alle minacce interne che riguardano la sicurezza.