Roma – L’obbiettivo del governo italiano è “rafforzare” il mercato comune e l’euro “al servizio dei cittadini”. Il nuovo esecutivo continua a tranquillizzare i partner Ue, ed è significativo che a farlo sia anche il neo ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, figura le cui critiche verso la moneta unica provocarono il veto del Quirinale che rischiò di far saltare la nascita di governo M5s-Lega. “Due pilastri su cui si fonda l’Unione europea sono il mercato comune e l’euro. L’uno implica l’altro. Noi chiediamo il rafforzamento di questi due pilastri al servizio dei cittadini europei”, dice Savona aprendo la giornata conclusiva della Conferenza internazionale ‘Cooperation project 2’, iniziativa promossa dall’Italia contro le frodi ai danni del bilancio europeo.
Dando il benvenuto agli 81 delegati e un ringraziamento particolare al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, anch’egli presente alla Conferenza, il ministro indica l’appuntamento come “una tappa fondamentale” proprio nel percorso di rafforzamento del mercato unico. “Le frodi sono una violazione delle regole di buon funzionamento del mercato comune”, sottolinea Savona. Contrastarle, conclude, “è un compito indispensabile per quell’Europa più forte e più equa che si prefigge di raggiungere il governo di cui faccio parte”.
Cooperation project 2 è un’iniziativa promossa dal Colaf (il Comitato italiano per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Ue) con il Comando generale della Guardia di finanza, ed è cofinanziata dall’Olaf (l’Ufficio europeo antifrode) nell’ambito del programma ‘Hercule III – Training and Conferences’. Gli obiettivi principali del progetto contemplano: approfondire il tema delle attività fraudolente, nazionali e transnazionali, a danno del budget europeo; consolidare le relazioni tra le autorità antifrode degli Stati Ue e dei Paesi terzi che aderiscono, perfezionando gli aspetti legislativi e quelli relativi ai poteri, alla capacità di coordinamento, ai metodi di conduzione delle indagini, alla condivisione delle migliori esperienze; potenziare i meccanismi di cooperazione investigativa migliorando la capacità di risposta comune alle frodi.
Tra i 27 i Paesi che hanno aderito al progetto attraverso le rispettive Autorità antifrode, oltre all’Italia, figurano 20 Stati membri: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna e Ungheria. Insieme con loro 4 Paesi candidati all’adesione (Albania, Macedonia, Montenegro e Serbia), la potenziale candidata Bosnia-Erzegovina e, infine, l’Ucraina e la Georgia con cui l’Ue ha stipulato degli Accordi di associazione.
Dopo la Conferenza che si è chiusa oggi a Roma, gli appuntamenti successivi prevedono quattro Tavole rotonde di approfondimento delle tematiche antifrode: Tallinn, il 26 giugno; Helsinki, il 27-28 giugno; Kiev, il 27 settembre; Nicosia, il 12 ottobre. I risultati del progetto verranno presentati a Bruxelles il 15 ottobre prossimo.