Bruxelles – Un nuovo rapporto della Commissione europea, Clean Air Outlook, mostra che il numero di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico potrebbe essere ridotto di oltre la metà nel 2030, se gli Stati membri applicassero pienamente le politiche dell’Ue in materia di emissioni, clima ed energia. L’analisi prende in esame l’aria europea da qui al 2030 e come è influenzata dall’attuazione della direttiva sui limiti nazionali di emissione (Nec) e dimostra che l’effetto congiunto delle nuove misure Ue introdotte dal 2014 per ridurre le emissioni provenienti da fonti diverse (come gli impianti di combustione medi, le macchine mobili non stradali o le apparecchiature a combustione di carburante) e introdotto come parte dell’Unione dell’energia, può migliorare in modo significativo qualità dell’aria a un costo inferiore alla società di quanto inizialmente previsto.
Il commissario per l’Ambiente Karmenu Vella, ha spiegato che: “garantire aria pulita per i nostri cittadini richiede un’azione urgente da parte degli Stati membri, le misure volte a ridurre l’inquinamento atmosferico si ripagheranno anche a lungo termine”. Secondo Vella a livello di Ue, “abbiamo le politiche giuste che funzionano nella giusta direzione e sono possibili molteplici benefici. Siamo chiaramente sulla strada giusta – sostiene -. Ora dobbiamo assicurarci che queste politiche siano pienamente attuate”.
A giudizio della Commissione il costo di queste politiche è di “un solo euro per cittadino ogni anno”, grazie al quale migliaia di morti premature dovute alla scarsa qualità dell’aria potrebbero essere prevenute entro il 2030.
Il Clean Air Outlook è stato pensato per aiutare gli Stati membri a sviluppare i loro programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico, che dovrebbero essere adottati entro il primo aprile 2019, secondo la direttiva Nec. Il prossimo Clean Air Outlook è previsto per il 2020.