Il ministro dell’Economia rassicura Bruxelles dopo il duro giudizio sulla legge di stabilità italiana: dalla spending review “risparmi per due punti di Pil”
A sentire parlare di “bocciatura”, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni proprio non ci sta. Il duro giudizio arrivato oggi dalla Commissione europea sulla legge di stabilità italiana, in realtà non aggiunge elementi che il governo non avesse già considerato, dice. In particolare per quanto riguarda l’aumento del debito pubblico: “Non c’era bisogno di Sherlock Holmes per scoprirlo” risponde al giudizio secondo cui il nostro Paese non realizzerà “il minimo aggiustamento strutturale richiesto per portare il rapporto tra debito e Pil su un percorso di riduzione sufficiente”. Ma soprattutto, ricorda Saccomanni, il governo ha già indicato “quali sono i mezzi” in campo per contrastare eventuali rischi. “Privatizzazioni, spending review e misure sul rientro dei capitali: da queste fonti verrà quello di cui abbiamo bisogno”, assicura il ministro. Fatto questo, l’Italia potrà anche avvalersi della clausola sugli investimenti, quel bonus che consentirebbe lo scomputo degli investimenti dal saldo di bilancio ai fini del Patto di stabilità, che per ora la Commissione ha negato.
“La crescita del debito – ricorda Saccomanni – è la risultante di due fattori: la recessione economica che ha coperto il 2013 e l’accelerazione del pagamento dei debiti alla pubblica amministrazione”. Il premio che viene negato con il divieto di usare il bonus per gli investimenti nel 2014, di fatto “ce lo siamo già preso perché con questo canale abbiamo ridato all’economia quello di cui aveva bisogno”, spiega il ministro. In ogni caso, assicura, “le misure ulteriori che la Commissione richiede sul debito elevato sono già in fase di definizione e avranno effetto nel corso dell’anno”.
Strumento più importante sarà una consistente spending review: potrebbe determinare risparmi nell’ordine, a regime, di “uno-due punti percentuali di Pil, più due che uno rispetto a quanto già previsto”, assicura Saccomanni. “Importi significativi” sono poi attesi anche dalle altre misure, come il rientro dei capitali dall’estero, dopo la ripresa del dialogo con la Svizzera: “Abbiamo l’impressione che la Svizzera abbia un interesse genuino a sistemare il passato e il futuro e il futuro sarà gestito da un meccanismo automatico di scambio dei dati”.
Cruciale, per continuare a godere della fiducia dell’Europa sarà quindi la spending review messa in campo dal governo italiano: “L’Italia deve fare sufficienti progressi verso l’obiettivo di medio termine, riducendo il debito l’anno prossimo con un aggiustamento strutturale di almeno 0,5% del Pil”, ha ricordato questa mattina in conferenza stampa il commissario agli affari economici Olli Rehn.“Contiamo moltissimo sull’impegno a rispettare gli impegni sulla base di una spending review esaustiva” ha esortato l’Italia il commissario, che guarda con favore a quanto è stato anticipato: “L’Italia ha appena lanciato una revisione delle spese piuttosto ampia che vedo con grande favore”. Non sfugge a Bruxelles la continua instabilità della politica italiana: “Con il pieno rispetto direi che ogni giorno di quest’anno è stato per l’Italia un momento molto sensibile” ha sottolineato Rehn, ricordando però: “Dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro indicando la strada verso conti sostenibili”.
Letizia Pascale