Bruxelles – Sulla banda larga l’Italia è in ritardo. La Corte dei conti europea ha verificato l’efficacia dell’azione intrapresa dalla Commissione europea e dagli Stati membri per conseguire gli obbiettivi di Europa 2020 in materia di banda larga. La banda larga designa generalmente connessioni Internet rapide che consentono di accedere e rendere disponibili nuovi contenuti e servizi, in particolare fruibili ed essenziali per le imprese europee al fine di rimanere competitive in un’economia globale sempre più caratterizzata da dati in formato digitale.
L’attenzione si è concentrata su Irlanda, Germania, Ungheria, Polonia e Italia. In particolare Ungheria, Irlanda e Italia hanno notevolmente accresciuto la propria copertura con la banda larga veloce, disponendo anche di piani per accrescere la copertura nelle zone rurali e suburbane. Tuttavia, sottolinea la magistratura contabile dell’Unione, è improbabile che l’Italia raggiunga una copertura totale con connessioni da 30 Mbps entro il 2020, ma, se i piani verranno attuati come previsto, conseguirà molto probabilmente gli obbiettivi fissati per il 2025.
L’Italia ambisce ad offrire una connessione da almeno 100 Mbps all’85% della popolazione, a tutti gli edifici pubblici, alle aree industriali e alle aree di maggior interesse economico. Al fine di conseguire tale obbiettivo, le autorità hanno deciso nel 2016 di utilizzare un modello di investimento diretto per gli appalti pubblici al fine di dispiegare la banda larga tramite una rete ad accesso libero.
A riguardo della strategia Europea 2020, l’Ue ha fissato nel 2010 tre obbiettivi per la banda larga: rendere disponibile la banda larga di base (fino a 30 Mbps al secondo) a tutti gli europei entro il 2013; fare in modo che entro il 2020 tutti gli europei abbiano accesso alla banda larga veloce (più di 30 Mbps); assicurare, sempre entro il 2020, che almeno il 50% delle famiglie europee utilizzi una connessione a banda larga ultraveloce (oltre 100 Mbps). A sostegno di tali obbiettivi, l’Ue ha messo a disposizione degli Stati membri circa 15 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 tramite vari tipi di finanziamento, fra cui 5,6 miliardi di euro di prestiti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).
La corte dei conti europea ha riscontrato che la copertura della banda larga è generalmente migliorata in tutta l’Ue, ma che non tutti i valori-obbiettivo della strategia Europa 2020 saranno raggiunti, in quanto, mentre quasi tutti gli Stati membri hanno raggiunto l’obbiettivo della banda larga di base entro il 2013, probabilmente non raggiungeranno quello del 2020 per la banda larga veloce. Inoltre, in particolare nelle zone rurali, dove il settore privato ha meno incentivi per investire nella fornitura della banda larga, l’obbiettivo della banda larga ultraveloce è molto lontano dall’essere realizzato, con solo il 15% delle famiglie abbonata a connessioni Internet di questa tipologia a metà 2017, a fronte di un valore-obbiettivo del 50% entro il 2020.
A tal proposito la Corte raccomanda agli Stati membri di elaborare nuovi piani successivi al 2020 e alla Commissione di chiarire l’applicazione degli orientamenti in materia di aiuti di Stato, in quanto essi potrebbero limitare gli investimenti nella banda larga, nonché di sostenere gli sforzi dei paesi per promuovere una maggiore concorrenza nella fornitura dei servizi a banda larga. Infine la BEI dovrebbe concentrare i propri sforzi per finanziare progetti di piccole e medie dimensioni nelle zone rurali.