Bruxelles – La destra, oggi caratterizzata da forti toni anti-immigrati, torna al governo in Slovenia. Alle elezioni di ieri, alle quali ha partecipato solo il 51 per cento dei circa 1,7 milioni aventi diritto, il partito che ha ottenuto il maggior consenso è stato l’Sds (Partito democratico sloveno) del conservatore Janez Jansa, per due volte primo ministro, poi finito in prigione per una questione di corruzione quattro anni fa (ma sentenza fu annullata dalla Corte Costituzionale), con poco più del 25% dei voti e 26 deputati. Un buon risultato che però non gli garantisce la guida del governo, perché nessun altro partito è disposto, almeno fino a ieri, a governare con lui, anche per la sua vicinanza al premier ungherese Viktor Orban.
Buono il risultato della lista civica anti sistema fondata per l’occasione dall’ex comico e imitatore liberale Marjan Sarec: il 12,7% e 13 deputati, che probabilmente gli garantirà un ruolo di ago della bilancia. Sarec, l’anno scorso, disputo il ballottaggio per le presidenziali contro Borut Pahor, che vinse.
Seguono i socialdemocratici (SD) con il 9,9% e 10 deputati, e il Partito del centro moderno (SMC) del premier uscente Miro Cerar al quale è andato il 9,7% e 10 deputati. Altri cinque partiti tra i quali Sinistra (Levica), Nova Slovenija (Nsi), e il Partito dei pensionati (DeSUS) si dividono poi i 31 seggi restanti. Secondo gli ultimi dati della Commissione elettorale, hanno superato lo sbarramento del 4% necessario per entrare in Parlamento anche gli estremisti di destra del Partito nazionale sloveno (Sns) con il 4,2% e 4 deputati.