L’agenzia per il controllo delle frontiere ha respinto la richiesta dell’Ombudsman O’Reilly che si rivolge all’Europarlamento: “Inaccettabile che si lasci responsabilità solo a Stati membri”
A farsi carico delle denunce dei migranti riguardo alla violazione dei diritti umani non devono essere soltanto gli Stati membri ma anche lo stesso Frontex. A chiederlo è il mediatore europeo, Emily O’Reilly, che invita l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, a dotarsi di un meccanismo per la gestione dei reclami.
La richiesta dell’Ombudsman arriva al termine di una lunga indagine, iniziata nel 2012, su come Frontex stia adempiendo agli obblighi imposti dalla Carta dei diritti fondamentali. Il Mediatore ha anche avviato una consultazione pubblica e ha raccolto contributi di cittadini, Ong e altre organizzazioni, arrivando a concludere che Frontex rispetta la maggior parte delle raccomandazioni ma deve istituire un meccanismo di ricorso.
Una raccomandazione che l’agenzia per il controllo delle frontiere ha però respinto definendo i singoli episodi responsabilità dei singoli Stati membri. La risposta non ha soddisfatto O’Reilly che ha presentato una relazione speciale al Parlamento europeo per chiedere di essere aiutata a convincere Frontex a rivedere l’approccio su questo punto.
“Sullo sfondo della tragedia di Lampedusa e di altre recenti catastrofi umanitarie alle frontiere dell’Ue – spiega il Mediatore – è essenziale che Frontex tratti direttamente le denunce degli immigrati e delle altre persone colpite. Non accetto la visione di Frontex, secondo cui le violazioni dei diritti umani sono esclusivamente responsabilità degli Stati membri interessati”.
L. P.