Bruxelles – Il 56% dei cittadini europei (e tra questi il 71% degli italiani) ritiene che sia necessario un vero cambiamento nell’Ue e che tale cambiamento possa essere condotto dai movimenti e dai partiti anti-establishment. Lo rivela l’ultimo sondaggio di Eurobarometro per il Parlamento europeo sulle opinioni dei cittadini europei circa l’Unione, alla voce “Movimenti e partiti antieuropei”.
L’indagine ha esaminato le opinioni dei cittadini sui partiti politici nuovi ed emergenti. Tra il 2013 e il 2018, oltre 70 nuovi partiti e alleanze politiche sono emersi negli Stati membri dell’Ue, alcuni dei quali hanno partecipato con successo alla protesta contro l’establishment politico.
Quando viene chiesto di posizionarsi su una serie di dichiarazioni su questi nuovi partiti e movimenti, la maggioranza degli europei li percepisce piuttosto positivamente. La metà degli intervistati non considera tali partiti o movimenti una minaccia per la democrazia, mentre il 38% pensa che lo sarebbero. Il 70% dei cittadini intervistati ritiene che il semplice “essere contro” a qualcosa non sarebbe sufficiente e non migliorerebbe nulla, ma appunto il 56% crede che nuovi partiti e movimenti possano portare cambiamenti reali, mentre il 53% dei cittadini è d’accordo sul fatto che potrebbero trovare nuove soluzioni migliori rispetto all’istituzione politica.
Secondo questo sondaggio Eurobarometro condotto su richiesta del Parlamento europeo, ad un anno dalle elezioni del maggio 2019, c’è, nell’Unione, un crescente ma sempre tiepido sostegno dei cittadini all’Unione europea. La rilevazione è stata fatta lo scorso aprile da Kantar Public su 27.601 cittadini dei 28 Stati membri, e rivela che il 60% di loro ritiene che l’appartenenza del proprio Paese all’Ue rappresenti una “cosa positiva”. Inoltre, più di due terzi degli intervistati è convinto che il proprio Paese abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’UE. Questo è il punteggio più alto mai registrato dal 1983.
In Italia
Le percentuali in Italia sono più basse, anche se in aumento rispetto a sei mesi fa. Il 39% degli italiani intervistati ha risposto che l’appartenenza dell’Italia all’Ue è una cosa positiva, 3 punti in più rispetto allo scorso novembre. Ma l’Italia resta la terzultima in Europa, seguita solo da Croazia, al 36 per cento, e Repubblica ceca, 34 per cento. Il 44% degli italiani sostiene poi che l’Italia abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’Ue.
Elezioni e nomina del futuro presidente della Commissione
A livello Ue, quasi un terzo degli intervistati è già a conoscenza della data delle prossime elezioni europee. In generale, la procedura per la nomina dei candidati alla Presidenza della Commissione europea da parte dei partiti politici europei, è percepita come uno sviluppo positivo per la democrazia in Europa. Quasi la metà degli intervistati ha dichiarato che questa procedura li incoraggerebbe a partecipare al voto. Quasi tre quarti dei cittadini desiderano che questa scelta dei candidati alla Presidenza della Commissione sia accompagnata da un vero dibattito sulle tematiche europee e sul futuro dell’Ue.
In Italia
Il 53% degli italiani intervistati ha risposto che la scelta del presidente della Commissione da parte del Parlamento li renderebbe più propensi ad andare a votare, mentre il 68% sostiene che tale processo dovrebbe essere accompagnato da un dibattito sulle questioni europee e sul futuro dell’Ue. Sempre in Italia, alla domanda relativa alla data delle prossime elezioni, il 28% ha risposto “maggio” mentre l’11% ha risposto “2019”. In conclusione, quattro italiani su dieci sono in qualche modo a conoscenza della data delle prossime elezioni europee.
Il 42% degli italiani desidererebbe attribuire al Parlamento europeo un ruolo più importante, mentre il 28% gradirebbe vederne i poteri diminuiti, a fronte di un 18% che preferisce la situazione attuale. Il 34% dichiara di avere un’immagine positiva dell’Istituzione, mentre il 22% ne percepisce una negativa.
Le preoccupazioni degli europei
Interrogati su quali temi dovrebbero essere discussi durante le campagne elettorali in tutta l’Ue, quasi la metà degli europei (49%) cita la lotta contro il terrorismo come tema prioritario, seguito da disoccupazione giovanile (48%), immigrazione (45%) nonché economia e crescita (42%).
In Italia
Per gli italiani, i temi più importanti da affrontare in campagna elettorale sono l’immigrazione (66%), la lotta alla disoccupazione giovanile (60%), l’economia e la crescita (57%) e la lotta al terrorismo (54%).