Bruxelles – Il Consiglio europeo non è sufficientemente trasparente nel modo in cui prende le decisioni destinate a condizionare la vita quotidiani dei cittadini, la Commissione ha nominato il segretario generale in un modo che ha sollevato polemiche e soprattutto dubbi circa i modi di fare nelle istituzioni. E poi Mario Draghi, il presidente della Bce, membro del ‘Gruppo dei 30’, organismo che comprende il gotha della finanza mondiale. Oro colato per dietrologi ed euro-scettici, ma soprattutto materia di lavoro per Emily O’Reilly, il difensore civico europeo responsabile per la tutela dei cittadini e i casi di cattiva amministrazione nell’azione delle istituzioni. A livello Ue i casi aperti o sollevati in seno all’ufficio del mediatore europeo non mancano. In questa intervista a Eunews, Emily O’Reilly fa il punto della situazione.
Eunews: Fin dall’inizio il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ripete che questa è la Commissione dell’ultima chance. Crede che il caso Selmayr possa far perdere questa chance e alimentare sentimenti anti-europei?
O’Reilly: “In generale quando si verificano controversie, di qualunque natura, che sono veicolate da stampa populista, si contribuisce a creare una visione caricaturale dell’Ue, che è quindi inaccurata e non giusta. E’ quindi importante che le istituzioni evitino di creare anche solo la percezione che qualcosa non sia stata gestita in maniera appropriata. Spesso i mezzi di informazione non sono affatto interessati all’Unione europea, ecco perché è importante evitare certe cose. Su questo caso specifico spetta alla Commissione riflettere su quello che è successo e imparare le lezioni del caso”.
E: Ritiene che la lezione sia stata imparata?
O’R: “Mi verrebbe da pensare di sì. Quanto accaduto sono certa che abbia messo in imbarazzo i commissari e in difficoltà Selmayr. Certamente si è dovuto riflettere su come gestire situazioni di questo tipo in futuro”.
E: Quanto al Consiglio europeo, cosa si aspetta sul fronte di una maggiore trasparenza del processo decisionale?
O’R: “Ho chiesto al Consiglio di registrare i nomi e le posizioni espresse dagli Stati membri dell’Ue quando decidono in co-decisione con il Parlamento europeo, quando si riuniscono per deliberare su regolamenti. Per i cittadini è molto difficile sapere come esprimono i Paesi e quali posizioni prendono. Ho anche chiesto che non ci sia circolazione limitata dei documenti non contrassegnati. Questi documenti, salvo particolari eccezioni, dovrebbero essere pubblicati. Su questo ha consegnato una relazione al Parlamento europeo. Cerco il sostegno del Parlamento su queste proposte e auspico di riceverlo”.
E: Quello dell’accesso ai documenti è un problema di disponibilità o di difficoltà a reperire file già resi pubblici? Magari sono su internet ma bisogna trovarli…
O’R: “E’ difficile dare una risposta generale. A volte potrebbero non esserci documenti, a volte ci sono documenti a disposizione. Quando penso al Consiglio penso che anche gli atti dei triloghi dovrebbero essere resi di facile accesso, dovrebbe esserci un sito internet di facile accesso dove i cittadini possano seguire quello che succede invece di saltare da un sito all’altro per tracciare un particolare provvedimento normativo”.
E: Avete presentato alla Bce le raccomandazioni su Draghi e la sua partecipazione al Gruppo dei 30. La Bce non le seguirà. Che succede adesso? Cosa può fare il difensore civico?
O’R: “Innanzitutto analizzerò la risposta fornita dalla Banca centrale europea. Ho risorse limitate e devo decidere come procedere. In teoria potremmo produrre un rapporto speciale al Parlamento, ma questo Parlamento si avvia alla fine della legislatura. Ci sono molte cose che richiedono più tempo. E’ una partita lunga”.