La questione Ema a Milano sta diventando sempre più una buffonata italiana. E solo italiana. La gara si è svolta, secondo le regole decise all’unanimità dai governi qualche mese prima delle votazioni, e con il Parlamento che a suo tempo deliberò di non entrare nella questione.
Oggi nessuno nell’Unione europea pensa più a questa vicenda, non solo perché ci sono tempi più rilevanti sui quali esercitarsi, ma anche perché nessuna istituzione ha messo in dubbio la regolarità dell’assegnazione della sede dell’Agenzia del farmaco ad Amsterdam. Ci sarà una sede provvisoria, cosa nota già da settimane prima del voto a chiunque si sia voluto occupare del dossier, e poi ci sarà la sede definitiva. Questo è ciò su cui si è votato e al momento non c’è nulla che faccia pensare che i tempi non saranno rispettati. Fanno bene i parlamentari europei a verificare gli stati di avanzamento dei lavori, perché è importante che l’Agenzia possa lavorare al più presto e nelle migliori condizioni. Ma da qui a continuare a parlare della possibilità che la sede possa essere riassegnata e che per giunta possa essere scelta Milano il passo non è lungo: è una presa in giro dei cittadini.
Ema andrà ad Amsterdam e basta, la storia è finita.
Gli europarlamentari italiani, alcuni europarlamentari italiani, ma di tutti gli schieramenti, continuano a tenere “calda” la questione, ma è calda solo per loro e per qualche interesse, pure legittimo, che vogliono difendere. Ma più che difendere qualcosa vogliono mostrarsi solo combattivi in una lotta che non c’è, in vista forse di elezioni amministrative o europee che ci saranno in futuro, per mostrare che “l’Italia non si fa calpestare da nessuno” e che vogliono “risarcire” Milano da un torto che avrebbe subito.
Dopo una bellissima campagna condotta unitariamente da tutta la politica italiana, Milano può aver subito un torto morale, magari anche politico, ma certamente le procedure sono state rispettate tutte (come ha stabilito anche il Parlamento europeo) e la questione non è più in discussione, se non per gli italiani. E’ comprensibile che il Comune di Milano cerchi di non farsi dimenticare, magari per ottenere la sede di un’altra agenzia. Ma gli altri, per favore, basta.
(Per questo Eunews non si occuperà più della questione, per non far perdere tempo ai suoi lettori. Speriamo di sbagliarci, ma crediamo, sinceramente, di no).