Tra le cose che uno studente di giurisprudenza sa prima ancora di iscriversi all’università c’è che i Parlamenti democratici sono indipendenti dai governi. Sono cioè i parlamentari che danno la fiducia all’esecutivo, ne approvano il programma, ne verificano l’esecuzione, chiedono nuovi provvedimenti al mutare delle situazioni. E sono i parlamentari che organizzano i loro lavori. Non è così ovunque. Non è così nella democratica Unione europea, il cui Parlamento non è libero di riunirsi dove vuole, ma può farlo solo dove decide un governo, quello francese. Si, perché i famosi Trattati dell’Ue prevedono disgraziatamente che il Parlamento europeo abbia due sedi, una a Bruxelles ed una a Strasburgo (più una terza a Lussemburgo, ma lì non esiste obbligo di seduta, benché un’aula esista, ed anche gli uffici).
Era una norma prevista per simboleggiare la pace ritrovata in Europa, e tra Francia e Germania in particolare, piazzando il Parlamento proprio in mezzo a quello che per secoli fu un campo di battaglia dove generazioni e generazioni di europei sono state sepolte. Una bella idea, senza dubbio. Sacra direi. Ma per niente pratica, visto che tutto il resto delle istituzioni è a Bruxelles, a 430 chilometri di distanza da quella cittadina verso la quale non ci sono voli low cost, fuori dalle tratte ferroviarie principali, con poche autostrade sempre trafficate.
Questa sede costa ai contribuenti europei circa 250 milioni di euro all’anno, per spostarci una volta al mese da Bruxelles dove lavorano normalmente 750 deputati 2-3mila funzionari, membri dei governi e della Commissione. Più tutto il circo dei giornalisti, dei lobbisti, delle prostitute (è stato stimato che ne arrivino alcune centinaia). Tutti spostamenti che aiutano ad aumentare le emissioni di Co2. I francesi però ci tengono e si oppongono a qualsiasi riduzione dell’impegno. La città in effetti, con prezzi da rapina e servizi molto scadenti, ci campa su questa baraonda, e rifiuta ogni altra proposta compensativa.
Il Parlamento però è stufo, e continua a votare mozioni praticamente all’unanimità, esclusi i francesi (ma non tutti) per chiedere di avere una sola sede e l’ultima, del mese scorso, chiedeva la cosa che è alla base della Democrazia che dicevamo all’inizio: di poter decidere dei propri lavori scegliendo dove porre la propria sede. Ma Hollande non vuole e finché quel governo si opporrà nulla si potrà fare. A meno che il Parlamento non acquisisca il peso politico che merita e che i partiti e i cittadini potranno dargli, indicando i primi e votando i secondi, un candidato presidente della Commissione che non sia, come sempre (o quasi), uno strumento scelto dai governi. Noi, i cittadini, potremo fare la nostra parte per avere quell’Europa migliore che in tanti chiediamo andando a votare, il prossimo anno, in tanti, per i partiti più sinceramente europeisti.
Lorenzo Robustelli
Per saperne di più:
– “Ai cittadini si chiede l’austerità e poi si sprecano soldi per due sedi del Parlamento”
– Vogliamo una sede unica per il Parlamento europeo
– Parlamento: nel 2013 12 plenarie a Straburgo. Francia contenta, altri no
– Prigionieri dei francesi a Strasburgo
– Due sedi sempre più costose: Parlamento affitta un altro edificio a Bruxelles