L’accordo commerciale potrebbe valere circa 275 miliardi all’anno per entrambe le parti e creare fino a 2 milioni di nuovi posti di lavoro. L’obiettivo è di puntare ad un’intesa globale e in diversi settori
I funzionari dell’Unione europea e degli Stati Uniti, durante tutta questa settimana, apriranno un secondo round di colloqui sull’accordo commerciale di partnership transatlantica, altrimenti conosciuto come Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership). A Bruxelles, saranno presenti circa 50 funzionari statunitensi, ciascuno con competenze in specifici settori economici. Tra i settori coperti dalle discussioni ci saranno quelli dei servizi, degli investimenti, dell’energia e delle materie prime, così come saranno trattati anche i vari aspetti normativi.
Nel corso dei colloqui, come ricorda il sito EuObserver. non si parlerà specificamente di tariffe tra Stati Uniti e Unione europea. In realtà, infatti, i dazi doganali tra le due parti sono già bassi (sotto il 3 per cento nella maggior parte dei casi). Secondo una stima della Commissione europea, un accordo Ue-Usa per eliminare gli ostacoli tariffari rimasti, limiterebbe i vantaggi economici a solo 25 miliardi di euro. Quello che cercano i due paesi è, piuttosto, un accordo commerciale globale, che armonizzi gli standard in un’ampia varietà di settori. Un accordo che potrebbe valere circa 275 miliardi all’anno per le due parti, di cui circa 100 miliardi l’anno solo per l’Ue (equivalenti a circa lo 0,5 per cento del Pil europeo) e che potrebbe creare fino a 2 milioni di nuovi posti di lavoro.
Data l’ampia portata dell’accordo e dei suoi potenziali benefici, raggiungere un’intesa sarà molto difficile, per lo meno in tempi brevi, e potrebbe spingere il calendario delle discussioni fino al 2015. In molti settori gli americani hanno difficoltà a negoziare, specie in materia di regolamentazione. Quando si parla di mettere i servizi finanziari e la loro regolamentazione sul tavolo, ad esempio, c’è grande diffidenza. Il timore è quello che la legge finanziaria nazionale, adottata nel 2010 in risposta alla crisi del 2008, sia minata da qualsiasi accordo a livello internazionale. Da parte europea, invece, i timori sono legati soprattutto alla regolamentazione del settore chimico e ad un possibile indebolimento delle regole attualmente esistenti in Europa a seguito di un accordo con gli Usa.
I negoziati commerciali recentemente conclusi tra Unione europea e Canada, anche se non hanno incluso i servizi finanziari tra gli argomenti trattati, hanno mostrato margini di accordo in settori quali i contratti di appalto pubblico. Secondo l’accordo definitivo concordato nel mese di ottobre, le aziende europee potranno partecipare alle gare di appalto su tutti i livelli di governo canadese.
Appare evidente che la Commissione voglia avviare con urgenza la negoziazione del Ttip così come è chiaro che il commissario al commercio Karel De Gucht, sia ansioso di sigillare un accordo il prima possibile, preferibilmente prima della fine dell’attuale legislatura. Tuttavia, se l’accordo andrà, come sembra, verso un’intesa ambiziosa e dalle prospettive più ampie (molto al di là delle tariffe convenzionali), quasi sicuramente sarà necessario più tempo e pazienza per renderlo ufficiale, oltre che operativo.