Bruxelles – L’agricoltura senza gli agricoltori. Espressione forse eccessiva, ma l’avvento della tecnologia ridisegnerà il settore primario. Alcune figure tradizioni spariranno, come il classico fattore che munge le mucche. E’ stato stimato che nel 2025 la metà del bestiame da latte nell’Europa nord-occidentale sarà munta da robot. Tra meno di dieci anni. Adesso, praticamente. Già adesso robot da mungitura rappresentano il 50% delle nuove apparecchiature installate in Germania, e il 90% di quelle presenti in Svezia e Finlandia.
E’ l’agricoltura 4.0, quella delle nuove tecnologie. Si chiama Ap, acronimo per “Agricoltura di precisione”. In pratica si tratta di tecniche digitali per monitorare e ottimizzare i processo di produzione agricola. In Europa se ne parla da un po’, dall’inizio degli anni Duemila, quando internet e le reti di comunicazioni veloce (3G e 4G) hanno iniziato ad arrivare nella aree rurali.
Le commissioni del Parlamento europeo hanno commissionato studi sul tema. Alcuni di questi mettono in mostra esempi pratici dei benefici dell’Ap. Le aziende lattiero-casearie completamente dotate di macchinari per la mungitura di precisione registrano “un notevole” incremento delle rese. La produzione media annua di latte vaccino per singolo esemplare è pari a 6.915 kg, ma alcune aziende agricole dimostrative che usano la mungitura di precisione producono quasi il doppio, vale a dire 12.000 kg di latte l’anno. Ciò a parità di risorse agricole rispetto alle aziende lattiero-casearie tradizionali.
L’Ue ci investe, 5G fondamentale
L’Ue punta sulla tecnologia. Ha destinato quattro miliardi di euro allo sviluppo dell’agricoltura di precisione attraverso il programma di ricerca Horizon2020. Eppure l’Europa fa fatica a tenere il passo dell’evoluzione tecnologica. Nonostante l’aampia gamma di soluzioni Ap offerte, si stima che solo il 25% delle aziende agricole dell’Ue utilizzi tecnologie che comprendono una componente Ap.
Ci sono ritardi, e lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni ultra-veloci diventa fondamentale. “Il sostegno dell’Ue potrebbe rivelarsi particolarmente necessario nei prossimi decenni per realizzare l’infrastruttura 5G per gli agricoltori europei”, rilevano gli studi, da cui emerge che la copertura 5G sarebbe “molto importante, o addirittura essenziale”, per attività quali mappatura in tempo reale dell’umidità del terreno, fertilizzazione a dosaggio variabile (compreso il rilevamento dell’azoto), semina di precisione, gestione dell’azienda agricola incentrata sui dati, connettività ai parchi eolici, accesso ai mercati mondiali.
Per tutte queste attività, l’agricoltura dell’Ue necessita di servizi a banda larga, copertura e latenza migliori. A detta degli esperti la tecnologia 5G potrebbe inoltre contribuire “in maniera significativa” al miglioramento della precisione di posizionamento e della connettività delle aziende agricole. Si tratta di un elemento considerato “chiave” per la realizzazione di un’agricoltura efficiente e sostenibile.
Il nodo occupazionale
L’Agricoltura di precisione intende ridurre l’impatto ambientale del settore, aumentare la produzione di cibo e ridurre i costi. Ma le nuove tecnologie pongono degli interrogativi. L’aumento della produzione a parità di risorse risponde all’esigenza di una domanda crescente. La popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di unità nel 2050.
L’automazione agricola produrrà inevitabilmente la perdita di posti di lavoro. Si ritiene che nel futuro prossimo serviranno nuove figure professionali quali geo-ingegnere (specialista nel sequestro del carboni), produttore di energia, guida web all’azienda agricola, bio-tecnico. “Al momento è difficile prevedere quale di questi modelli prevarrà entro il 2050”, rilevano gli studi, e alcune di queste nuove attività “potrebbero diventare oggetto di politiche, a seconda del sostegno che riceveranno”. Non è detto, dunque, che si promuoveranno politiche del lavoro in senso di qualifica e riqualifica professionale.
A patire la rivoluzione saranno i lavoratori stagionali, poco qualificati e scarsamente retribuiti. Di solito vengono assunti per aiutare nelle attività di raccolta, per esempio la raccolta della frutta. Oltre quattro milioni di lavoratori stagionali svolgono un lavoro temporaneo. Due terzi sono migranti che arrivano in Europa occidentale dall’Europa centrale, il che vuol dire che l’agricoltura tecnologica può determinare una riduzione del reddito dei lavoratori stagionali provenienti da alcuni Stati membri quali Polonia, Bulgaria e Romania.
L’agricoltura del futuro è quindi un’opportunità e una sfida. L’Europa ha capito l’importanza dell’opportunità, ora spetta ai governi cogliere il senso della sfida. Ci sono persone che non devono essere lasciate indietro.