Bruxelles – La ripresa della zona euro continua. “Dopo diversi trimestri di crescita superiore alle attese” ora tutto indica “una certa moderazione” nell’andamento economico dell’area euro, “pur rimanendo coerenti con un’espansione solida e ampia” a livello generale. Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, non vede particolari segnali di allarme, ma neppure condizioni tali da modificare le scelte di politica monetaria fin qui adottate dall’organismo di Francoforte.
I tassi di interesse resteranno invariati, così come la portata del ‘quantitative easing’ (Qe), il vasto programma di acquisto titoli pubblici sul mercato secondario, che vedrà la Bce racimolare 30 miliardi di euro di bond al mese fino a settembre “e anche oltre, se necessario”.
Il grosso del lavoro lo dovranno fare adesso gli Stati membri, e neppure questa è una novità. E’ un invito al rispetto degli impegni che Draghi rinnova dall’inizio del suo mandato e che, data la situazione politica interna, risuona da monito in particolare per l’Italia, che oggi ha varato il documento di economica e finanza. Ora si attende un governo in grado di proseguire con le riforme chieste e attese.
“L’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro – sottolinea il capo dell’Eurotower – deve essere notevolmente rafforzata per aumentare la resilienza, ridurre la disoccupazione strutturale e aumentare la produttività e il potenziale di crescita della Zona euro”. Sul fronte delle politiche di bilancio, “l’espansione su base ampia in corso richiede la ricostruzione di cuscinetti fiscali”, condizione “particolarmente importante nei paesi in cui il debito pubblico rimane elevato”. L’Italia è uno di questi.
A tutti, Italia compresa, si richiede poi “un’attuazione completa, trasparente e coerente del Patto di stabilità e crescita e della procedura per gli squilibri macroeconomici nel tempo”. Chiunque assumerà la presidenza del Consiglio dei ministri, in Italia, è avvisato. “Le parole che usiamo sono pazienza, prudenza e perseveranza”, evidenzia Draghi. Che chiede alle capitali, inclusa Roma, di seguire l’esempio.