La Via: “Un accanimento politico e giudiziario che non tiene conto nemmeno delle regole fondamentali del diritto Ue”
I deputati della delegazione Pdl/Ppe al Parlamento europeo hanno presentato un´interrogazione urgente alla Commissione europea affinché verifichi l’eventuale violazione dei Trattati Ue e conseguentemente avvii una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia a causa del rigetto, da parte della Giunta delle elezioni del Senato, dell’invio degli atti relativi alla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi alla Corte di Giustizia europea. Lo rendono noto Roberta Angelilli, Vice Presidente del Parlamento europeo e Vito Bonsignore, Vice Presidente del Gruppo PPE.
“Ai sensi dell’art. 267 del Trattao Ue – sostengono i due parlamentari -, un giudice di ultima istanza ha l’obbligo, se sollecitato, di rimettere gli atti alla Corte di giustizia europea nel caso di un ragionevole dubbio di conformità della normativa da applicare al diritto UE”. Angelilli e Bonsignore spiegano che “sia la Corte di Cassazione che la Corte Costituzionale hanno stabilito che la Giunta delle elezioni costituisce un giudice di unica ed ultima istanza in materia elettorale e che per ben due volte la Giunta medesima ha rigettato l’invio degli atti alla Corte di Giustizia europea, riteniamo doveroso rivolgerci alla Commissione europea affinché si pronunci ufficialmente su questa vicenda, per ristabilire un principio di legalità ed evitare che il Senato diventi il simbolo di un conflitto politico senza regole che avalla decisioni contra personam” .
“La legge parla chiaro – afferma il capogruppo Pdl Giovanni La Via – e riteniamo che tale interrogazione sia un atto dovuto in seguito al protrarsi di un accanimento politico e giudiziario che non tiene conto nemmeno delle regole fondamentali del diritto Ue. Contro chi continua a cercare di eliminare il nostro leader Silvio Berlusconi –conclude l’eurodeputato- proseguiremo ad opporci denunciando l’incredibile e reiterato ricorso alle violazioni delle più basilari regole dell’agire giuridico e democratico”.
Perla Ressese