Il presidente di Confindustria a Bruxelles: “Mettere il tema della competitività al centro di tutto. Dovrebbe essere una priorità del semestre italiano”
L’Europa soffre per la mancanza di una politica industriale, e l’Italia può avere l’occasione storica di dare un nuovo corso all’economia dell’Ue facendo del sostegno alle imprese il cardine del proprio programma di presidenza di turno del Consiglio Ue. Ne è convinto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che suggerisce i punti su cui il nostro paese può e deve concentrarsi dall’1 luglio al 31 dicembre 2014, quando dovrà traghettare l’Europa per sei mesi. “Riteniamo che per l’Europa sia importante mettere il tema della competitività industriale al centro di tutto, e pensiamo che lo stesso tema dovrebbe essere una priorità del semestre italiano”. A questo la presidenza italiana deve affiancare altro. “Competitività, riduzione dei costi dell’energia, aspetto ambientale, semplificazione: sono tutti temi che hanno impatto sul lavoro e che l’Italia dovrebbe inserire nella propria agenda”.
Squinzi non invoca una reindustralizzazione (“quella è una parola che usa il presidente degli Stati Uniti Barack Obama”), ma avverte, questo sì, la necessità di “un potenziamento dell’industrializzazione in Europa”. Parallelamente servono le condizioni per la crescita, in Italia come nel resto dell’Ue, perchè senza non si va da nessuna parte e anche le migliori politiche industriali rischiano di servire a poco. “Credo che ci saranno revisioni al ribasso ulteriori se non ritorniamo sulla via della crescita”, avverte Squinzi commentando le previsioni economiche autunnali della Commissione europea. La considerazione rientra in un ragionamento fatto sull’Italia, per cui Bruxelles ha previsto una contrazione del Pil dell’1,8% alla fine di quest’anno, ma il ritorno alla crescita è un imperativo da applicare a tutti i ventotto paesi dell’Ue. Non a caso Confindustria attende con impazienza il vertice del Consiglio europeo di febbraio, dove i capi di Stato e di governo dei paesi dell’Ue saranno chiamati a confrontarsi su politica industriale e competitività”. Squinzi annuncia che in vista dell’appuntamento di febbraio Confindustria organizzerà un incontro con il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, per fare con lui il punto della situazione. Intanto manda suggerimenti alla sua squadra, in particolare al responsabile per l’Industria, il vicepresidente Antonio Tajani. A lui chiede di prevedere un piano industriale che promuova accordi commerciali bilaterali e multilaterali e politiche energetiche che permettano costi “competitivi” dell’energia. Infine una considerazione sul tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil imposto dal patto di bilancio europeo. “Il rispetto mi sembra che ci sia sono in Italia e in Germania”, e oltretutto “per il nostro paese l’obiettivo del 3% è molto impegnativo perchè non lascia spazio agli investimenti per la crescita”. Peccato che “in sede europea sembra che di flessibilità non si parli…”. Se non un messaggio, una riflessione, da consegnare alla Commissione europea e, ancor di più, alla presidenza italiana che verrà.
Renato Giannetti