Bruxelles – Le strade europee rimangono le più sicure del Mondo, con una media di 49 vittime di incidenti stradali per milione di abitanti. All’interno dell’Ue, la Svezia (25 decessi per milione di abitanti), il Regno Unito (27), i Paesi Bassi (31) e la Danimarca (32) hanno registrato i migliori dati nel 2017. Rispetto al 2016, l’Estonia e la Slovenia hanno registrato il calo maggiore degli incidenti mortali, rispettivamente con il -32 % e il -20 %. In Italia la sicurezza stradale è leggermente calata, registrando 56 morti su un milione di abitanti nel 2017, rispetto ai 54 del 2016.
Secondo le statistiche, il numero delle vittime sulle strade europee è diminuito ma l’Unione europea può ancora migliorare: “La sicurezza stradale è certamente una competenza condivisa con gli Stati membri, ma l’Ue può fare di più per proteggere meglio i cittadini europei”, dichiara la commissaria europea per i trasporti Violeta Bulc. In modo particolare, secondo la Bulc, è fondamentale rendere più sicure le strade in Bulgaria e Romania dove gli incidenti sono ancora numerosissimi, secondo i dati.
Nel 2017 hanno perso la vita sulle strade europee 25.300 persone, 300 in meno rispetto al 2016 (-2%). Nonostante la situazione sembri incoraggiante, secondo Bulc sarà comunque molto impegnativo raggiungere l’obiettivo dell’UE di dimezzare il numero delle vittime della strada tra il 2010 e il 2020. Sebbene l’Ue abbia ridotto il numero di incidenti stradali del 43% tra il 2000 e il 2010, e di un altro 20% negli ultimi anni, il progresso ora sembra aver raggiunto una fase di stallo. Le stime indicano che lo scorso anno altre 135 000 persone sono rimaste gravemente ferite, tra cui un ampio numero di utenti deboli: pedoni, ciclisti e motociclisti. Gli incidenti mortali o con feriti gravi non colpiscono solo le vittime dirette ma anche la società nel suo insieme, con un costo socioeconomico stimato in 120 miliardi di euro all’anno.
La Commissione sta lavorando a una serie di misure concrete per promuovere ulteriori progressi sostanziali. Ciò costituirebbe un nuovo passo avanti verso un’ “Europa che protegge”, secondo la visione del presidente Jean-Claude Juncker. La commissaria spera che i risultati siano visibili tra il 2020 e il 2030, anche se “bisogna essere realistici: i miglioramenti avverranno molto lentamente”. L’obiettivo è rispondere più prontamente alle nuove sfide, “concentrandosi sulla stretta cooperazione tra tutti gli attori della sicurezza stradale, un migliore monitoraggio e gestione dei finanziamenti.”, spiega Bulc. Tra le misure che saranno presentate nella primavera 2018, ci sono anche la possibile revisione delle norme europee sulla sicurezza dei veicoli e sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture e un’iniziativa per una transizione sicura verso una mobilità cooperativa, connessa e autonoma.