Bruxelles – Brutte notizie per l’Italia. Nonostante la crisi sia superata e la ripresa moderata dell’economia, la fascia di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale è in aumento. Secondo i dati Eurostat diffusi oggi dal 2014 al 2016 il tasso di italiani vulnerabili è passato dal 28,3% del 2014 al 28,7% del 2015, per arrivare al 30% nel 2016. Un dato in controtendenza rispetto al resto dell’Unione europea, dove invece la popolazione a rischio povertà o esclusione nello stesso periodo dal 24,4% al 23,5%, segno che l’Italia fa ancora fatica a scrollarsi di dosso l’eredità della crisi.
Bassi salari e soprattutto aumento delle bollette sono i principali ostacoli per sempre più italiani. Le famiglie che spendono più del 40% delle busta paga per i costi di alloggio sono il 9,6% nel 2016, più che nel 2015 (8,6%) e nel 2014 (8,5%). E non è tutto. Perché la quota di persone che vivono in case troppo affollate è in continua crescita dal 2010: si è passati dal 24,3% di allora al tasso del 27,8% del 2016, segno che l’Italia è ancora la repubblica dei ‘bamboccioni’ per forza. Anche in questo caso il dato italiano è in controtendenza rispetto al resto d’Europa, dove invece si assiste ad una curva discendente.
Ancora, la fetta di italiani di età inferiore ai 60 anni che si ritrova a vivere “in famiglie con intensità di lavoro molto bassa” è cresciuta tra il 2015 e il 2016 di oltre un punto percentuale (dall’11,7% al 12,8%), mentre nell’Ue anche questo fenomeno ha conosciuto nello stesso periodo di riferimento una decrescita (-0,2%).