Bruxelles – Sulla difesa l’Unione europea sta offrendo “un modello di cooperazione” del tutto nuovo che mostra la capacità degli Stati membri di essere uniti e saper. Progetti comuni sono dunque importanti a livello pratico come simbolico, e proprio per questo l’Ue deve investire sul settore. Ne è convinto il commissario europeo per l’Industria, Elzbieta Binekowska, che oggi ha firmato Ocean2020, il primo accordo di settore finanziato interamente dal Fondo europeo per la difesa (Fed). Un fondo che, spiega a Eunews, se tutto va bene arriverà a giocare un ruolo sempre più chiave nelle politiche Ue.
Eunews: Cosa rappresenta la firma dell’accordo Ocean2020?
Bienkowska: “Rappresenta la dimostrazione che quando c’è volontà politica di fare le cose, queste poi si fanno e anche rapidamente. Parliamo di un consorzio di 42 partner, e non è così facile mettere assieme così tante industrie. Noi mostriamo con questo progetto la capacità di fare tutto questo, e di avere un’Europa che protegge. Poi ci sono come detto le imprese, che danno lavoro, e quindi abbiamo un’Europa che promuove l’occupazione”.
E: Tra i partner c’è anche il Regno Unito. Ci sarà ancora dopo la Brexit?
B: “Per il momento il Regno Unito rimane uno Stato membro dell’Unione europea, che godrà anche di un periodo di transizione. Chiudiamo l’accordo di divorzio, e poi si vedrà”.
E: Ha fiducia che si possano destinare più risorse alla difesa nel prossimo bilancio Ue?
B: “Non posso garantirlo al 100%, ma un bilancio ci sarà e dovrebbe garantire 1,5 miliardi di euro l’anno. Il dibattito comunque sarà lungo, ma ho l’impressione che tutti, a livello politico e a livello industriale, sostengano l’esigenza di investire sulla difesa”.
E: Quindi è ottimista sul Fondo per la difesa?
B: “Sì. Come ho detto avverto che abbiamo il pieno sostegno degli Stati Membri, e quando c’è la volontà politica ottenere risultati diventa possibile”.
E: E’ realistico immaginare grandi progetti industriali all’interno della Pesco?
B: “Certo. Non è stato facile arrivare alla firma della Pesco, ma adesso che ci siamo arrivati è realistico immaginarlo. Non dobbiamo però sottovalutare le barriere che ancora esistono. Ci sono ancora molte questioni davanti a noi, e servirà una forte volontà politica”.