Bruxelles – “Frizioni sul commercio resteranno”. E’ la logica conseguenza dell’uscita del Regno Unito dal mercato unico, dall’unione doganale. Qualunque cosa succederà, comunque, non sarà indolore, “soprattutto per il Regno Unito”. E’ sulla base di questa considerazione iniziale che i Ventisette negozieranno con Londra le future relazioni bilaterali che seguiranno la Brexit. I progressi negoziali raggiunti sulle condizioni di ritiro sono stati ritenuti soddisfacenti dai leader dei europei riuniti a Bruxelles, che hanno deciso di procedere oltre e tendere la mano ai britannici sul futuro. Le linee guida messa a punto dai leader non sono particolarmente dure per Londra, fermo restando che sarà la controparte a doversi adeguare. La relazione Ue-Uk che verrà “deve rispettare l’autonomia decisionale dell’Unione europea”.
L’Ue mostra comunque una certa flessibilità e fa delle concessioni a Londra per il post-Brexit. Gli Stati membri dell’Unione europea sono disposti a fare di tutto perché si evitino a evitare dazi sulle merci (“l’obiettivo è coprire tutti i settori commerciali e cercare di mantenere regime di tariffe zero”, scrivono i leader), sono pronti a offrire accordi in tema di aviazione civile e trasporti per mantenere in vita la connettività con lo Stato membro a breve ex. A Londra si concede inoltre il diritto di accedere nelle acque europee, garantendo la salvaguardia degli accordi di pesca attualmente in vigore.
Ci sono cose su cui l’Ue invece non transige e non cede. Innanzitutto il principio per cui chi non è membro dell’Ue non può avere gli stessi benefici degli Stati membri. L’Unione è irremovibile sul rispetto delle quattro libertà (libera circolazione di persone, merci, beni e servizi). In forza di ciò i leader pretendono che “le relazioni future includano condizioni ambiziose sul movimento delle persone, basato su reciprocità e non discriminazione”. Si chiarisce che non vanno concessi ai britannici “vantaggi competitivi sleali” né libero accesso a tutti i programmi dell’Ue. In tal senso la partecipazione di Londra a Erasmus+ e Horizon2020 cambierà. “Per quanto riguarda certi programmi, come nei campi di ricerca e innovazione ed istruzione, l’adesione del Regno Unito deve essere condizionata a condizioni pertinenti per Paesi terzi”. Non si torna indietro neppure sulla Corte di giustizia europea. “Il ruolo della Corte sarà pienamente rispettato”.
Ci sono alcune condizioni difficili da accettare per Londra, e il ruolo della Corte di giustizia dell’Ue è una di queste. Il negoziato non sarà semplice, ma la premier britannica Theresa May ha espresso l’intenzione di trattare. “Lavoreremo insieme per negoziare e sviluppare insieme una forte futura partnership economica e di sicurezza”, ha assicurato lasciando Bruxelles. “Credo sia nell’interesse sia dell’Ue che del Regno Unito”.
Il presidente di BusinessEurope, Emma Marcegaglia, mostra cautela. “Non sappiamo ancora esattamente come saranno i rapporti futuri con la Gran Bretagna dopo la Brexit, e finché non ci saranno accordi definitivi uno scenario peggiore non è da escludere”. Tuttavia “l’adozione di linee guida per i futuri accordi è un grande passo avanti nella giusta direzione”. Bene, per il mondo delle imprese, che sia stata approvata l’intesa sul periodo di transizione, che permetterà ai britannici di far parte del mercato unico fino a tutto il 2020. “Questa – ricorda Marcegaglia – è stata una richiesta delle imprese, che hanno bisogno di tempo per prepararsi e adattarsi alla situazione post-Brexit”.