Bruxelles – L’emergenza dell’immigrazione è prima di tutto umanitaria. Mentre le richieste d’asilo crescono, l’afflusso di migranti sembra non frenarsi e in alcuni Stati la situazione è ancora critica, sono diversi i Paesi che stanno mettendo in discussione i diritti fondamentali.
Secondo l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra), Croazia, Francia e Polonia respingono persone senza dargli modo di presentare la domanda di asilo, violando i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali sanciti dalla Convenzione di Dublino.
Anche in altri Stati dell’Unione europea, la situazione è ancora critica come in Spagna. Secondo il Ministero di Interno, sono più di 22.100 gli arrivi irregolari sulle coste iberiche, quasi il triplo rispetto 2016. Lo scorso anno sono state registrate 223 morti di immigrati che hanno cercato di attraversare il mar Mediterraneo verso la Spagna, mentre quest’anno sono già 75 coloro che hanno perso la vita.
A subire la stretta sono soprattutto le donne e i bambini. “Nonostante tutti gli sforzi fatti c’è ancora del lavoro da fare e conto sulla collaborazione con le Ong perché l’Unione europea possa svolgere un lavoro più incisivo in aiuto ai bambini migranti”, afferma Vĕra Jourová, Commissario europeo per la giustizia.
Good exchange of views about progress made on #ChildrenInMigration with representatives of NGOs today. Despite all the efforts made, there is still work to do and I'm counting on their cooperation to achieve a more just #EUforChildren. @ICRC @OHCHR_Europe pic.twitter.com/XvxWclplFL
— Věra Jourová (@VeraJourova) February 26, 2018
Spesso e volentieri si sottovaluta cosa gli immigrati debbano affrontare per poter tentare di raggiungere o attraversare l’Europa. In Ungheria la polizia di confine ogni giorno stringe sempre di più la morsa, limitando gli ingressi a due su dieci. In Grecia, negli hotspots sulle isole di Chios e Samos, denuncia la Fra, molte persone incluse famiglie con bambini hanno affrontato dure condizioni meteorologiche in tenda senza riscaldamento.
Nonostante ci sia consapevolezza di queste difficoltà, non si fermano le politiche inasprite di alcuni Stati. In Francia, le Ong segnalano come la polizia abbia con violenza evacuato alcuni insediamenti informali, dove abitavano diverse centinaia di persone nel nord della Francia a Calais e Grande-Synthe. Non è diversa la situazione in Italia: a Ventimiglia, rileva la Fra, molti bambini vivono con rifugiati adulti nei centri di accoglienza. In Sicilia, la Ong “Terres des Hommes” riporta come alcuni minori, arrivati dalla Libia in gravi condizioni fisiche e mentali, abbiano dovuto aspettare 13 mesi centri di accoglienza con adulti prima di essere trasferiti in quelli solo per minori.
La possibilità di poter riunire le famiglie è sempre più difficile. Sono 3.800 i richiedenti di asilo eleggibili che per riunificare la propria famiglia – come prevede il Trattato di Dublino – stanno aspettando da più di sei mesi in Grecia per raggiungere la Germania. Nei Paesi Bassi, si attende oltre 10 mesi, anche se la legge ne prevede 6, mentre in Germania e Svezia le leggi limitano i ricongiungimenti familiari.