Bruxelles – Per attaccare il sistema terroristico bisogna bloccare i loro finanziamenti. Il mondo jihadista ha una struttura finanziaria complessa, con proventi che derivano sia da risorse come gas e petrolio, ma principalmente sono d’origine criminale. “ Abbiamo adottato un nuovo approccio di microeconomia per contrastare l’arrivo di fondi ai gruppi terroristici jihadisti” dichiara l’eurodeputato spagnolo Javier Nart.
Questa mattina, infatti, la commissione per gli Affari Esteri dell’Europarlamento ha promosso con 55 voti favorevoli, 1 astenuto e 5 contrari, una serie di raccomandazioni al Consiglio, alla Commissione e al Servizio europeo per l’azione esterna. La finalità è combattere l’afflusso di denaro contante alle cellule terroristiche, e l’eurodeputato spagnolo ha dettagliato alcune misure proposte. Tra queste, la creazione di “una piattaforma informativa e di un centro di coordinamento comune per i servizi di intelligence, il controllo di bonifici anonimi, il registro della Hawala (un sistema informale di trasferimento di denaro, ndr) e dei fondi che arrivano dai centri culturali o di culto, oltre alla vigilanza del traffico illegale di opere d’arte”.
Tra le priorità si indica la necessità di distruggere i traffici illeciti, come il contrabbando di armi e sigarette, la prostituzione e lo spaccio, per eliminare gli introiti in contanti alle cellule di terroristi. Urge, inoltre, limitare le movimentazioni affidate al cosiddetto hawala: un sistema di transazioni internazionali operato da agenti privati al di fuori dei canali ufficiali.
Per portare avanti l’azione di contrasto al finanziamento dei gruppi terroristici, l’Europol, l’agenzia dell’Unione europea che supporta i Paesi membri nella lotta al criminalità organizzata e al terrorismo, avrebbe un ruolo fondamentale, ovvero l’anello di congiunzione per le informazioni provenienti dalle varie istituzioni finanziarie, soprattutto con la creazione di un database dove possono essere inserite tutte le transazioni sospette.