Bruxelles – Il settore della cultura cresce in tutta Europa, mentre in Italia siamo in controtendenza con una lieve diminuzione: pur mantenendo una posizione di media classifica, il numero degli addetti scende dal 3,5 al 3,4% del totale degli occupati.
Tra il 2011 e il 2016, in tutta l’Europa sono cresciuti del 7% i lavoratori nel campo della cultura. Ottimo rilancio per un settore che, nel critico contesto attuale di gran lunga rappresenta una delle forze principali del vecchio continente, contribuendo non solo alla crescita della ricchezza, ma anche alla coesione sociale e all’inclusione, anche attraverso l’integrazione tra imprese delle filiere culturali, creative e dello spettacolo e la possibilità di innescare processi di costruzione di comunità.
Gli ultimi dati Eurostat, segnalano come, nel 2016, sono 8,4 milioni gli impiegati che operano settore- riguarda sia i professionali strettamente legate all’ambito, che gli affini- e rappresentano il 3,7% dell’occupazione nell’Eurozona.
Molti di questi, sono freelance, infatti più o meno 2 milioni, circa il 48%, sono stati assunti come scrittori e artisti di questi e nel complesso del sistema occupazionale rappresentano ben il 15%.
Il livello d’istruzione è tra i più alti, infatti più del 60% dei lavoratori nella cultura sono molto qualificati. Se Stati come Estonia e Lussemburgo capeggiano nella classifica, raggiungendo il 5,3% per la prima e il 5,1% per la seconda, Romania in negativo dove sul totale delle persone occupate, il settore culturale raggiunge il 1,6%.
Secondo l’Istat, nel 2016, 1 milione e 700 mila visitatori in più nei musei statali rispetto al 2015, quindi sembra che la lunghezza delle code nei musei è inversamente proporzionale all’aumento di nuovi posti di lavoro. Con un difficile Welfare, l’Italia, sommersa dal patrimonio artistico e culturale, sembra contemplare dall’esterno questa grande ricchezza senza ancora aver compreso come sia necessario non solo preservare ma incrementare attraverso investimenti mirati, il settore che potrebbe, di gran lunga contribuire a una crescita economica.