Bruxelles – Organismi geneticamente modificati? No grazie, gli italiani preferiscono i cibi tradizionali, come quelli della nonna. Quasi 7 italiani su 10 ritengono che gli Ogm siano meno salutari di quelli tradizionali, mentre l’81% dichiara che non mangerebbe mai alimenti derivanti da organismi clonati o modificati geneticamente. In Italia, la maggioranza della popolazione non è favorevole né ai prodotti transgenici né all’utilizzo di Ogm. Questo è ciò che emerge da un’indagine della Coldiretti, una delle principali organizzazioni agricole italiane, che ha indicato i possibili rischi legati al consumo di mais Ogm.
Mentre da un lato continua il dibattito scientifico, le analisi svolte dalla Coldiretti rivelano che i cittadini sia italiani che europei rimangono fortemente diffidenti dagli organismi geneticamente modificati. Lo dimostra il fatto che in Europa i Paesi che coltivano Ogm sono sempre meno. Secondo le analisi dell’Infogm si registra un calo della superficie adibita alla coltivazione degli alimenti geneticamente modificati del 4,3%. “La superficie europea coltivata a transgenico nel 2017”, sottolinea la Coldiretti, “risulta pari ad appena 130.571 ettari rispetto ai 136.338 dell’anno precedente”. Le coltivazioni biotech rimangono soltanto in due Paesi membri: Spagna e Portogallo, dove si registra un “calo della delle semine del mais MON810, l’unico coltivato”.
Anche Repubblica Ceca e Slovenia hanno abbandonato la coltivazione geneticamente modificata, entrando a far parte dei Paesi “Ogm free” dell’Unione Europea. Le scelte degli agricoltori europei sono la dimostrazione, secondo la Coldiretti, del fatto che non ci sia convenienza nella produzione di prodotti geneticamente modificati.
In Italia gli organismi geneticamente modificati “non pongono solo un problema di sicurezza nazionale”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, “ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”.