Bruxelles – L’Unione europea deve chiarire come vengono utilizzate le risorse comunitarie, indicando in modo preciso i benefici e i rischi legati all’utilizzo del denaro comune. A chiederlo la Conte dei conti europea (Eca), nell’analisi sul futuro delle finanze dell’Ue, documento con cui l’Eca risponde alla riflessione della Commissione europea su questo settore specifico. All’esecutivo comunitario viene chiesto innanzitutto di valutare la performance dei programmi di spesa e “i rischi per le finanze dell’Unione connessi agli strumenti finanziari e alle garanzie”. A giudizio della Corte, servirebbe una nozione “più completa e precisa” dei costi, dei benefici e dei saldi netti legati all’appartenenza all’Ue. Vuol dire, in sostanza, mettere in evidenza i vantaggi, finanziari e non, che comporta essere nell’Ue. In tempo di euro-scettismo non è affatto un esercizio da poco. Al contrario, potrebbe fornire elementi utili alla risposta anti-europea.
L’operazione trasparenza invocata dall’Eca riguarda anche e soprattutto le istituzioni comunitarie. La Corte dei conti invoca “il pieno controllo democratico sulle finanze dell’Ue”, il che significa che i medesimi princìpi di rendicontabilità e trasparenza “dovrebbero valere per gli organismi inclusi nel bilancio dell’Ue, come la Commissione europea, e quelli che non vi rientrano, come la Banca centrale europea e la Banca europea per gli investimenti (Bei)”. Ancora, l’Eca chiede di poter sottoporre a controlli “tutti” gli organismi comunitari, inclusi quelli “creati al di fuori dell’ordinamento giuridico dell’Ue che attuano politiche Ue”, quali l’Agenzia europea per la difesa (Eda), il proposto Fondo monetario europeo e il fondo salva-Stati Esm.