Bruxelles – Resta bloccata della marina militare turca nel Mediterraneo orientale, la nave dell’Eni Saipem 12000, diretta ad un’area di trivellazione su licenza della Repubblica di Cipro. Secondo il governo turco le trivellazioni dovrebbero avvenire in acque che cadrebbero sotto la sovranità della Repubblica di Cipro Nord, la parte dell’isola occupata dai turchi nel 1974 e autoproclamatasi stato indipendente, riconosciuto però solo dalla Turchia e non dal resto della comunità internazionale.
La nave, secondo quanto dichiarato stamani da una tv cipriota, si trova confinata a circa 50 chilometri dal luogo prescelto per le esplorazioni di idrocarburi, a sud-est dell’isola. Ankara ha contestato le attività di trivellazione ritenendole “unilaterali”. Un portavoce del governo di Nicosia ha spiegato ai media locali che scadrà il 22 febbraio la notifica inviata ad Ankara riguardo le attività militari nel Mediterraneo, ritenute una violazione del diritto internazionale. Il governo di Cipro ha fatto sapere di essere impegnato assieme all’Eni nel garantire alla piattaforma Saipem 12000 il proseguimento del suo obiettivo.
“Il governo di Ankara – ha dichiarato Mina Andreeva, portavoce dell’Ue- deve rispettare la sovranità degli Stati membri in materia di acque territoriali e spazio aereo” . La Turchia “si deve impegnare in modo inequivocabile verso le relazioni di buon vicinato ed evitare ogni sorta di frizione, minacce o azioni diretta contro uno Stato membro – ha commentato Andreeva -. Queste minacce danneggiano le relazioni di buon vicinato e una soluzione pacifica alla disputa con Cipro”. E ha aggiunto: “L’Ue sottolinea la necessità di rispettare la sovranità degli Stati membri sullo loro acque territoriali e spazi aerei”.
“La Turchia continua a contestare la legalità internazionale, violando in modo flagrante i diritti di sovrani della Repubblica di Cipro nel Mediterraneo orientale – si legge in una nota inviata dall’Ue al ministero degli Esteri della Turchia -. Chiediamo alla Turchia di desistere da ulteriori azioni illegali e di rispettare i suoi obblighi derivanti dalla legge internazionale”.
“Questa condotta” secondo l’Ue, sarebbe” indicativa di alcune intenzioni della Turchia, in relazione alla questione cipriota. La condotta provocatoria della Turchia non è coerente con la condotta di un Paese che è candidato all’adesione all’Ue”. “Accogliamo con favore la calma e la posizione composta della Repubblica di Cipro- dice il testo- che ribadisce il suo ruolo come pilastro di stabilità nel Mediterraneo orientale”.