Bruxelles – Manca la voce delle donne. Nei dibattiti, negli eventi, che spesso incidono sulle decisioni politiche e sulla vita dei cittadini europei che si svolgono ogni giorno, la voce delle donne è troppo spesso marginale, semplicemente perché non vengono invitate a discutere. Per questo è nato Brussels Binder: un data base e social network che dà voce alle donne in campo accademico, della ricerca, dei think tank, dell’imprenditoria, della società.
The Brussels Binder punta ad essere una risorsa di riferimento per gli organizzatori di conferenze e per i media che cercano di includere voci femminili nei dibattiti politici. Brussels Binder è un bene comune, una banca dati gratuita di profili di esperte che risiedono in Europa. Copre una moltitudine di settori ed è in costante crescita. In più è un luogo in cui gli esperti si connettono e si scambiano informazioni.
L’idea è nata nel 2015, come una rete informale di donne provenienti da think tank di Bruxelles che si sono incontrate di volta in volta su tematiche di interesse comune. Da questi incontri è venuta fuori l’iniziativa di creare una banca dati di esperte di politica per fornire uno strumento pratico per garantire una maggiore partecipazione delle donne alla definizione e al dibattito politico. Quel piccolo consorzio si espanse rapidamente per includere rappresentanti di tutti i principali gruppi di attivismo politico e delle Ong di Bruxelles e ha ricevuto il sostegno di altre istituzioni, tra cui il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, la Commissione europea e la Nato, nonché di aziende come Rtesian e Google. Dopo una campagna di crowdfunding di successo, ora Bruxelles Binder è a tutti gli effetti è una Onlus belga.
Secondo gli studi condotti negli anni passati, solo un terzo dei relatori a Bruxelles dei dibattiti sulla cosa pubblica era di sesso femminile. Brussels Binder ritiene che la mancanza di volontà o l’incapacità di guardare oltre i ‘soliti sospetti’ per parlare non dovrebbe essere la norma. L’Europa ha un disperato bisogno della diversità intellettuale e il fattore chiave è l’inclusione di esperti donne che potrebbero contribuire a portare idee innovative per affrontare le sfide politiche.
Il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, intervenendo nella serata inaugurale del progetto ha dichiarato che “non sfruttare le capacità di donne altamente qualificate costituisce uno spreco di talenti e una perdita di potenziale di crescita economica”. La Commisisone europea, ritiene che “ciò vale anche per le discussioni che sviluppano l’Ue politica”.