Bruxelles – La battaglia per portare l’Ema a Milano passa anche dal Parlamento europeo. Diversi eurodeputati italiani hanno presentato in Commissione Ambiente alcuni emendamenti al regolamento che sancisce formalmente la scelta di Amsterdam come nuova sede per sostituire Londra dopo la Brexit. Gli emendamenti arrivano sia dal Pd che da Forza Italia. La scelta di Amsterdam è stata una scelta politica, ma per diventare effettiva necessita un regolamento che, emanato dall’esecutivo di Bruxelles, deve poi essere approvato dal Parlamento. E qui gli italiano proveranno, si vedrà con quale successo, a mettere i bastoni tra le ruote all’Olanda.
“Per noi è fondamentale che l’Ema abbia una sede completamente funzionante al momento del trasferimento e che non interrompa nemmeno un giorno l’attività che è essenziale per rispettare il diritto fondamentale alla salute”, ha dichiarato la capo delegazione del Pd, Patrizia Toia, riferendosi al fatto che la nuova sede olandese non sarà pronta per il marzo 2019, quando avverrà ufficialmente la Brexit, cosa che costringerà l’Agenzia a trasferirsi inizialmente in una sede provvisoria. “I dati oggettivi ci dicono che Milano è la sede più adeguata ed è già disponibile. Naturalmente ci rendiamo conto della difficoltà dell’impresa di cambiare la sede, ma non lasceremo nulla di intentato adesso che la parola spetta al Parlamento Europeo”, ha promesso Toia.
“Le notizie sui ritardi di Amsterdam minacciano la piena funzionalità dell’Agenzia, mettendo a repentaglio la stessa salute dei cittadini europei. In Commissione Ambiente solleviamo questa assurda situazione insieme al dubbio che le valutazioni sulle sedi candidate siano state effettuate con un quadro di notizie attendibili”, ha aggiunto la sua collega di partito, Simona Bonafè.
La sede temporanea ad Amsterdam, ha dichiarato la Capogruppo di Forza Italia a Strasburgo, Elisabetta Gardini, “rischia di provocare ritardi nella registrazione dei farmaci innovativi e delle terapie avanzate salva-vita, con enormi danni per i cittadini europei che non vedrebbero tutelato il loro diritto alla salute”. “Negli emendamenti sottoscritti da tutta la delegazione – ha spiegato Gardini – chiediamo che venga scelta una sede che corrisponda a tutti i criteri richiesti, è evidente che questa sede non è Amsterdam”.