Bruxelles – La soluzione che è stata trovata per il trasferimento dell’Ema da Londra ad Amsterdam a causa di Brexit, al momento “non è ottimale” in quanto quando il divorzio diventerà effettivo, il 30 marzo 2019, l’Agenzia europea del farmaco sarà trasferita inizialmente in un edificio provvisorio. Questo, secondo il direttore esecutivo Guido Rasi, comporterà un “doppio trasferimento” che “ci costringerà a investire più risorse e prolungherà la nostra modalità di ‘pianificazione della continuità operativa’, il che significa che ci vorrà più tempo per tornare alle nostre normali operazioni”.
Rasi, parlando in una conferenza stampa a L’Aia insieme alle autorità olandesi ha raccontato che “nelle scorse settimane abbiamo avuto ampie discussioni sulla selezione di un edificio temporaneo”, ed entrambe le parti “hanno convenuto che gli edifici inizialmente proposti non erano pienamente adatti allo scopo e che, pertanto, i nostri partner olandesi hanno dovuto trovare un’altra opzione”, e ciò “ha richiesto più tempo del previsto, ma sono lieto che ora abbiamo trovato una soluzione”. Tuttavia, ha specificato, “questa non è una soluzione ottimale”, in quanto “avremo solo la metà dello spazio rispetto alla nostra sede attuale a Londra”. In più, sottolinea il direttore generale, l’Ema dovrà “anche usare strutture esterne per le riunioni”, anche se parte degli incontri scientifici potranno essere ospitati nella struttura temporanea, il che “potrebbe essere meno dirompente per il nostro lavoro”.
Al di là di questi problemi Rasi ha spiegato comunque che la decisione di trasferire l’Ema da Londra ad Amsterdam “è stata accolta favorevolmente dall’Agenzia e dal suo personale”, perché “la città “offre buoni collegamenti di trasporto per le migliaia di esperti che visitano l’Ema ogni mese”, e assicura “alloggio e istruzione per il nostro personale e le loro famiglie in città e nei dintorni”. E così, ha raccontato, “in un’indagine condotta lo scorso anno, oltre l’80% dei nostri 900 dipendenti ha dichiarato che sarebbe stato disposto a trasferirsi con l’Agenzia ad Amsterdam”.
Preoccupata per l’allarme lanciato da Rasi, la capodelegazione del Pd a Strasburgo. Le dichiarazioni del direttore, ha dichiarato Patrizia Toia, “confermano la grave incertezza della situazione in cui versa l’Agenzia europea del farmaco, cosa che peraltro noi avevamo già segnalato in una nostra interrogazione parlamentare alla Commissione europea”. Per Toia “si confermano quindi delle inadempienze importanti da parte dell’Olanda nell’insediamento di questa agenzia”, e quindi “noi chiediamo che su questa vicenda si faccia immediatamente piena luce nel Parlamento europeo”, ha concluso l’eurodeputata.
Le dichiarazioni di Rasi le stanno “valutando anche a Roma”, ha affermato Sandro Gozi. Il sottosegretario agli Affari Europei ha spiegato che “sull’Ema c’è un processo politico in corso, con il Parlamento europeo che deve pronunciarsi sulla modifica dei regolamenti che riguardano le agenzie”, e se l’assemblea comunitaria “dovesse prendere una decisione diversa da quella del Consiglio si aprirebbe una discussione tra le due istituzioni, come sempre capita in queste occasioni”. Per questo, ha aggiunto Gozi, “aspettiamo di vedere quale sarà la posizione del Parlamento europeo, che senza dubbio ha un ruolo legislativo, ma anche politico”, e se dovesse sollevare “questioni rilevanti”, allora “si aprirebbe una questione politica tra Consiglio e Parlamento”.