Bruxelles – L’economia britannica è cresciuta a un ritmo più veloce del previsto negli ultimi tre mesi dell’anno, nonostante i timori dovuti all’avvio del processo Brexit, che ancora però non ha cambiato le condizioni con le quali il regno commercia con il resto d’Europa.
Il Pil del regno è cresciuto dello 0,5% nel quarto trimestre del 2017 dopo lo 0,4% nei tre mesi fino a settembre, secondo l’Office for National Statistics. La previsione della City era di uno 0,4%.
Secondo l’Ons, però, il tasso di espansione per l’anno nel suo complesso è stato il più lento dal 2012, essendo sceso dall’1,9% nel 2016 all’1,8% nel 2017, e inoltreil quadro generale mostra un’espansione dell’economia più debole e più disomogenea.
La spinta all’economia proviene da agenzie di reclutamento, affitti e gestione degli uffici, mentre c’è stata una crescita lenta e incerta altrove, in particolare nei settori rivolti ai consumatori. Il Regno Unito ha sofferto lo scorso anno poiché l’aumento dell’inflazione provocato dallo scivolamento del valore della sterlina dopo il referendum dell’Ue supera la debole crescita dei salari, intaccando il potere di spesa dei consumatori.
Alberghi, ristoranti e aziende di trasporto e distribuzione hanno registrato una crescita più debole a causa dei vincoli sulla spesa dei consumatori, sostiene l’Ons, evidenziando anche una crescita più debole nell’industria automobilistica e nei cinema.
Nonostante le debolezze, l’accelerazione nel quarto trimestre ha riflesso una solida espansione dello 0,6% nel settore dei servizi, dominante nel paese. Anche il manifatturiero ha registrato un trimestre forte, in aumento dell’1,3% a seguito del rafforzamento dell’economia globale e della Zona euro, che ha incrementato le esportazioni del Regno Unito.
Secondo l’analisi l’economia britannica si è dimostrata più resiliente delle previsioni perché aiutata dal miglioramento delle condizioni economiche in tutto il mondo. Anche la caduta della sterlina dopo il voto sulla Brexit ha contribuito a incrementare le esportazioni.
Ma l’economia, spiegano gli esperti, avrebbe potuto fare ancora meglio senza il voto sulla Brexit, sulla scia di altri paesi importanti come Stati Uniti, Francia e Germania.