Bruxelles – Non solo l’auto elettrica ‘made in China’ venduta sottocosto, e per cui l’Ue ha dovuto imporre dazi. L’Unione europea è invasa anche da passeggini cinesi, realizzati a costo minore e per questo acquistati dagli europei sottocosto e rivenduti a prezzo maggiorato. Una concorrenza sleale che sta mettendo a dura prova l’industria polacca, e Kosma Złotowski (Ecr), membro della commissione Trasporti e uno dei questori del Parlamento Ue, lancia l’allarme.
Oltre alla concorrenza sleale si registra ogni giorno una truffa. Perché, spiega nell’interrogazione presentata alla Commissione Ue, gli operatori che importano prodotti dalla Cina si presentano come produttori dell’Ue e, così facendo,” sfruttano il desiderio dei consumatori di acquistare prodotti ‘Made in Europe'”. Di conseguenza, i consumatori credono di acquistare un prodotto realizzato nell’Ue, quando in realtà stanno acquistando prodotti importati dalla Cina, “la cui produzione è spesso sovvenzionata dallo Stato”.
La Commissione prende atto. “I passeggini, importati o fabbricati nell’UE, non sono soggetti all’obbligo di marchio di origine“, riconosce il commissario per il Commercio, Maros Sefcovic. C’è in sostanza un vuoto normativo che rende il prodotto per la prima infanzia oggetto di pratiche commerciali su cui l’esecutivo comunitario può poco. Però, ricorda, il Codice Doganale dell’Unione (Cdu) stabilisce che i prodotti importati sono originari del paese in cui hanno subito l’ultima trasformazione sostanziale ed economicamente giustificata. Inoltre, “di solito, il semplice assemblaggio non conferisce l’origine”.

C’è una questione di diritto commerciale internazionale che impedisce all’esecutivo comunitario di avviare una guerra dei dazi ulteriore contro Pechino. La non discriminazione tra partner commerciali viene concesso tramite ‘trattamento della nazione più favorita’. Secondo le norme dell’Omc, un vantaggio negoziato con un Paese deve essere esteso a tutti i partner commerciali che sono membri dell’Omc.
Cosa può fare quindi l’Ue? Intanto si attende l’entrata a regime del regolamento sull’Ecodesign per i Prodotti Sostenibili (Espr), che introduce un passaporto digitale per i prodotti, accessibile elettronicamente, che consente di archiviare informazioni sulla sostenibilità dei prodotti. “Il primo piano di lavoro dell’Espr sarà adottato nell’aprile 2025, ma i passeggini non sono considerati prioritari“, conferma Sefcovic. “Se la Commissione proponesse un’etichetta che certifichi l’origineUEe, potrebbe prendere in considerazione i criteri di origine stabiliti nel Codice doganale dell’Unione”. Per ora questa intenzione non c’è. I nuovi cittadini europei dovranno essere spinti ancora su prodotti realizzati in Cina e spacciato come europei.