Bruxelles – “La Commissione non intende rivedere il Green Deal europeo né riesaminare o ritirare la legislazione in questione, che è stata oggetto di una consultazione pubblica”. Parola di Jessika Roswall, commissaria europea per l’Ambiente e l’economia circolare che, a nome dell’intero collegio, respinge ogni idea di passo indietro. Nello specifico Roswall dice ‘no’ alle richieste che arrivano dalle fila dei sovranisti in Parlamento europeo, che criticano il ruolo delle associazioni ecologiste nella presunta definizione dell’agenda politica sostenibile a dodici stelle.
Certo, a livello politico la famiglia dei popolari (Ppe) è pronta a modifiche del Green Deal, sia pur mirate. Ma non a cancellarlo. Chiarito ciò, va poi ricordato che le consultazioni pubbliche non sono pratiche vietate. Al contrario, quando l’esecutivo comunitario intende definire nuove legislazioni o emendare quelle esistenti, può ascoltare i cosiddetti ‘stakeholders’, le parti interessate che verrebbero toccate dalla legislazione. I portatori di interesse abbracciano diversi rami: imprese, società civile e associazionismo, sindacati e organizzazioni dei consumatori.
Quindi sì, ammette Roswall, “organizzazioni ambientaliste e altri portatori d’interessi hanno avuto l’opportunità di presentare il loro parere e le loro posizioni”, ma questo non implica che le regole siano state scritte da tali associazioni.
Quanto alle accuse di finanziamento ad associazioni ambientaliste, Roswall ricorda all’intera delegazione della Lega che neppure qui c’è niente di contrario alle regole. Al contrario, “il programma Ue per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE) fornisce, tra l’altro, supporto finanziario a organizzazioni non governative (Ong), sostenendo in tal modo la partecipazione della società civile all’elaborazione delle politiche, in linea con il regolamento LIFE[2] e con il regolamento finanziario dell’Ue“.