Bruxelles – Cautela, ma comunque ottimismo. Dopo la calma commerciale decretata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la messa in pausa dei dazi, l’Europa degli Stati ora invita la Commissione Ue a lavorare per trovare la soluzione desiderabile. “Serve un buon accordo“, sottolinea Andrzey Domanski, ministro delle Finanze della Polonia, a margine dei lavori dell’Eurogruppo informale ospitato dalla presidenza polacca del Consiglio dell’Ue. La questione è tutta qui, nella natura ‘buona’ di un’intesa tutta da negoziare. “Dobbiamo usare questi 90 giorni in modo saggio“, ribadisce spiegando quella che è la linea europea.
Lo stesso Domanski, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, il ministro delle Finanze spagnolo Carlos Cuerpo, il ministro delle Finanze tedesco Jorg Kukies, tutti quelli che si fermano con la stampa confermano pieno sostegno alla Commissione europea per negoziare con la Casa Bianca. Per tutti però la specifica è la stessa: “Se non vedremo impegno o buona volontà dovremo difendere la nostra economia e le nostre imprese“. Un altro modo di ribadire quella via graduale già definita secondo cui prima si tenta la via negoziale, restando pronti ad agire.
In questa risposta arriva il suggerimento tedesco all’esecutivo comunitario. Di fronte alle ipotesi di colpire il settore delle big-tech, Kukies ricorda come “in molte aree dei servizi digitali non ci sono alternative sufficienti all’offerta degli Stati Uniti“. Un invito alla prudenza, a risposte mirate che evitino cosi di infliggere danni a sé stessi, e alle riforme del caso. Per il ministro delle Finanze tedesco “dovremmo digitalizzare l’Europa per diventare più capaci di resistere agli stress e avere alternative”. Ad ogni modo Berlino intende seguire da vicino le attività di Bruxelles. “Ci coordiniamo molto da vicino e molto vicino con Sefcovic”, commissario per il Commercio che “è il nostro negoziatore”, aggiunge Kukies.