Bruxelles – La decisione di Trump di sospendere per 90 giorni le tariffe reciproche su gran parte dei Paesi del globo (Cina esclusa naturalmente) sta infondendo nuova linfa alle Borse, da oriente a occidente.
Nel mentre. tra le due maggiori economie mondiali sembra incominciata una guerra dei dazi senza esclusione di colpi, specialmente da quando Pechino ha attivato questa mattina (10 aprile) le contro-tariffe sul made in Usa dell’84 per cento, in risposta a quelle del 125 per cento imposte dall’amministrazione del presidente Donald Trump sull’import cinese.
I mercati asiatici hanno risposto con grande zelo grazie alla fiducia degli investitori. I listini di Tokyo e di Taiwan, i più penalizzati nelle ultime sedute, hanno guidato la riscossa registrando, rispettivamente, rialzi dell’8,46 per cento e del 9,22 per cento. A Taipei, in particolare, il colosso del microprocessori Tsmc vola del 9,94 per cento. Bene anche Singapore (+5,53 per cento) e Seul (+5,46 per cento), seguite da Jakarta (+4,47 per cento) e da Bangkok (+3,44 per cento). Più misurati i progressi di Shenzhen (+2,47 per cento), Hong Kong (+1,8 per cento) e Shanghai (+0,93 per cento), ma tutto sommato notevoli se si considera la nuova stretta tariffaria di Trump sul Dragone.
le Borse europee non sono da meno e, seguendo l’impressionante rimonta di Wall Street di ieri sera, dove l’indice S&P 500 ha registrato la sua terza miglior giornata dalla fine della seconda guerra mondiale, hanno aperto in netto rialzo. Dopo giorni di crolli, i future sull’indice paneuropeo Stoxx 50 avanzano del 7,7 per cento, quelli sul Ftse 100 di Londra del 6,2 per cento, quelli su Dax di Francoforte del 7,7 per cento, quelli sul Cac 40 di Parigi del 6,5 per cento e quelli sull’Ibex di Madrid del 7,2 per cento. Jim Reid, market strategist per la Deutsche bank, ha parlato di un clima di generale euforia a seguito della sospensione dei dazi ed ha accolto con favore la de-escalation.
Schizza in alto Milano, con Piazza Affari che vola in avvio di seduta con l’indice Ftse Mib che sfiora l’8 per cento e gli investitori che tornano ad acquistano a mani basse i titoli oggetto di furiose vendite nelle scorse sedute. Prysmian avanza del 13,3 per cento, Stellantis del 12,7 per cento, Stm del 12,8 per cento, Fineco dell’11,9 per cento, Interpump dell’11,8 per cento e Mediolanum dell’11,3 per cento. Tra le banche guida i rialzi Unicredit (+11 per cento), seguita Intesa (+10,1 per cento) e Popolare di Sondrio (+9,8 per cento). Rimbalzo a doppia cifra anche per Iveco (+10,5 per cento) e Cucinelli (+10,3 per cento) mentre contengono i rialzi le utilities, titoli difensivi meno penalizzati dal selloff delle corse sedute, con Italgas (+0,3 per cento), Snam (+1,4 per cento) e Terna (+1,6 per cento) fanalini di coda del listino principale.
Festeggiare è lecito ma non bisogna cantare vittoria. Nonostante la ripresa dei mercati, l’Organizzazione mondiale del commercio mette in guardia sul medio periodo. “La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti potrebbe tagliare il commercio di beni tra i due Paesi dell’80 per cento. Considerato che i due giganti economici sono responsabili del 3 per cento del commercio mondiale, il conflitto potrebbe danneggiare pesantemente la prospettiva economica globale” ha dichiarato Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice generale dell’ente.