Bruxelles – La Commissione europea ha presentato oggi (9 aprile) un piano per divenire leader mondiale nell’intelligenza artificiale. Un obiettivo ambizioso, se si parte dal presupposto che nell’elenco dei primi trenta colossi dell’IA non figura nemmeno un’azienda europea. Ma “è vero solo in parte che gli Stati Uniti e la Cina sono più avanti di noi”, sostengono fonti Ue. Bruxelles si è dotata per prima di un impianto legislativo, la cui colonna portante è l’Ai Act, e può contare su “un eccezionale bacino di talenti”. Ora, è pronta a mobilitare fino a 20 miliardi di euro per costruire cinque centri all’avanguardia – delle Gigafactory – che riuniscano supercomputer, laboratori di dati, utenti e sviluppatori.
“La corsa alla leadership nell’IA è tutt’altro che finita”, esordisce il piano d’azione lanciato oggi da Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione Ue responsabile per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Bruxelles ha identificato cinque pilastri fondamentali su cui basare azioni e politiche future: costruire un’infrastruttura di dati e calcolo dell’IA su larga scala, aumentare l’accesso a dati di grandi dimensioni e di alta qualità per addestrare i modelli, sviluppare algoritmi e promuovere l’adozione dell’IA in alcuni settori strategici, rafforzare le competenze e l’expertise degli informatici europei, e aprire le porte ad una semplificazione normativa che possa accelerare il percorso.
La rete di hub europei dedicati all’IA ha già identificato i suoi primi nodi: sono le 13 factories selezionate a dicembre 2024 e a marzo 2025 dalla Commissione Ue, che beneficeranno di finanziamenti europei e che dovrebbero essere operative entro la fine del 2026. Tra loro, c’è anche la It4lia Ai Factory di Bologna, messa in cantiere con un investimento complessivo di circa 430 milioni di euro, cofinanziato equamente dall’Italia e dall’iniziativa comune EuroHPC.

Per comprendere di che scala si parla, basti pensare che – tra le 13 Ai factories – il supercomputer più avanzato è quello progettato a Julich, in Germania, che vanta circa 24 mila processori di IA e che dovrebbe essere operativo quest’estate. Le Gigafactories dovrebbero essere dotate di 100 mila chip di IA, quattro volte di più (Elonk Musk, per la sua xAI, ha utilizzato un enorme data center contenente circa 200 mila processori grafici per addestrarla).
Mentre le Ai factories sono state cofinanziate a metà da Stati membri e Commissione europea, per questi “mostri dell’IA” Bruxelles sta chiamando in causa anche il settore privato la Banca europea degli Investimenti, che potrebbe mettere a disposizione un fondo dedicato. Fino a giugno, l’esecutivo Ue ha aperto una finestra per presentare i primi progetti interessati. Poi proseguiranno le discussioni per istituire il fondo, e poi verrà il momento di formulare un atto legislativo. “Speriamo che nel 2026, il prima possibile, si apra la possibilità di costruire queste gigafactories”, ha affermato una fonte Ue.
Queste strutture dovranno incorporare grandi centri dati, che possano alimentarne i supercomputer. Nell’arco di sette anni, “il nostro obiettivo è triplicare la capacità di dati rispetto a quella attuale“, ha indicato Virkkunen. Per stimolare gli investimenti del settore privato nei cloud e nei data center, la Commissione ha annunciato che proporrà una legge sullo sviluppo del cloud e dell’IA. In sostanza, per incentivare l’utilizzo dell’IA – solo il 13,5 per cento delle aziende dell’Ue ne fa uso – Bruxelles vorrebbe semplificare l’accesso ai dati da parte delle industrie e delle autorità pubbliche. A partire da alcuni settori strategici, come sanità, difesa, mobilità, energia, ma con l’obiettivo di incrementarne l’uso industriale e la piena adozione nei settori strategici pubblici e privati.
La questione dell’utilizzo di dati per addestrare l’IA e dei diritti d’autore non è un dettaglio. “È molto importante che i diritti dei titolari del diritto d’autore siano rispettati, ma allo stesso tempo vorrei incoraggiarli a fornire i loro contenuti per l’addestramento dell’IA e lo sviluppo”, ha dichiarato a proposito Virkkunen. Ma oltre all’accesso ai dati, per permettere l’avanzata dell’IA nostrana l’Ue ha intenzione di semplificare una serie di norme. Anche dello stesso AI Act, ad esempio per quanto riguarda gli obblighi di rendicontazione e oneri amministrativi aggiuntivi per le aziende. Virkkunen ha annunciato infine che inizierà a breve un tour delle 13 factories europee in via di implementazione.