Bruxelles – Fumata bianca a Berlino. Dopo settimane di intensi negoziati, i cristiano-democratici hanno trovato la quadra con i socialisti per dare al Paese un governo. La nuova “grande coalizione” si trova ora di fronte molte sfide, tra cui quella di risollevare la Germania da anni di recessione e riportarla al suo tradizionale ruolo di locomotiva d’Europa.
Il motto del nuovo governo tedesco sarà “riformare e investire“. Lo ha dichiarato il capo della Cdu, Friedrich Merz, annunciando alla stampa il raggiungimento di un’intesa per la formazione del nuovo esecutivo nel pomeriggio di oggi (9 aprile) insieme al leader della Csu (il partito bavarese che insieme alla Cdu forma l’Union), Markus Söder, e ai vertici dei socialdemocratici dell’Spd, Saskia Esken e Lars Klingbeil.
“Abbiamo davanti a noi un piano forte con il quale possiamo far progredire di nuovo il nostro Paese“, ha scandito Merz, che dovrebbe ora avere la strada spianata per accedere alla cancelleria federale rimpiazzando Olaf Scholz. Il capo dei cristiano-democratici ha sottolineato che l’accordo – giunto in seguito a complessi colloqui durati per diverse settimane – manda un chiaro segnale agli alleati su entrambe le sponde dell’Atlantico circa il fatto che “la Germania è di nuovo in carreggiata” e che Berlino è pronta per tornare a guidare l’Ue (magari in sintonia con Parigi) in questa congiuntura storica convulsa.
„Der nun vorliegende #Koalitionsvertrag ist ein starkes und klares Signal – an die Bürgerinnen und Bürger unseres Landes, aber auch an unsere Partner in Europa: Deutschland bekommt eine handlungsfähige und handlungsstarke Regierung.“ ™https://t.co/lkzYLUegCJ pic.twitter.com/NNmAvllAba
— Friedrich Merz (@_FriedrichMerz) April 9, 2025
Tra le priorità politiche in cima all’agenda della GroßeKoalition ci sono un deciso giro di vite sull’immigrazione irregolare, il sostanziale aumento della spesa per la difesa (per il quale è stata cruciale la storica riforma del freno al debito) e il risanamento dell’economia tedesca, asfissiata da oltre due anni di recessione e ora seriamente minacciata dai dazi doganali imposti dalla Casa Bianca. Il programma comprende poi una serie di misure per sostenere l’industria dell’auto elettrica, portare sotto controllo i prezzi energetici, tagliare le imposte sulle società e ridurre le tasse per i redditi medi e bassi.
Quanto alla distribuzione dei gabinetti del nuovo governo federale, i socialdemocratici dovrebbero ottenere sette ministeri, tra cui quelli di peso della Difesa (che rimarrà verosimilmente a Boris Pistorius) e delle Finanze (che dovrebbe invece andare a Klingbeil) nonché quelli relativi al Lavoro, all’Ambiente e alla Giustizia. Un successo non scontato ottenuto in sede negoziale, vista la debacle subita nelle urne alle elezioni anticipate dello scorso febbraio.
I partiti dell’Union si spartiranno i restanti nove portafogli assegnandone sei alla Cdu (inclusi gli Esteri, che andranno probabilmente a Johann Wadephul, e l’Economia), e tre alla Csu bavarese di Söder, che si porterà a casa gli Interni (forse per Alexander Dobrindt). Spetterà ora alle singole forze politiche decidere i nomi da assegnare ai vari dicasteri. Il nuovo esecutivo dovrebbe entrare formalmente in carica nel mese di maggio, dopo che la base dell’Spd si sarà espressa sull’accordo raggiunto oggi.