Bruxelles – Mentre l’Ue approva il primo round di contro-dazi per contrastare le tariffe americane sui prodotti made in Europe, il gruppo parlamentare The Left chiede misure ben diverse e critica l’operato della Commissione europea.
In occasione della conferenza stampa di oggi (9 aprile) gli esponenti del gruppo della Sinistra Ue si sono scagliati contro la “guerra commerciale” avanzata dal presidente statunitense Donald Trump che, secondo il copresidente Martin Schirdewan: “Vuole capovolgere l’ordine internazionale e avanza una politica negli interessi degli oligarchi e non dei cittadini, che serve solo ai miliardari”. Secondo il gruppo, la Commissione non starebbe rispondendo in modo decisivo ed efficace, indirizzando i propri sforzi nella direzione sbagliata e rifiutando di utilizzare il cosiddetto “strumento anti-coercizione“, ovvero il “bazooka” approvato dal Parlamento europeo nel 2023 e volto a rispondere alle aggressioni economiche e alle pratiche commerciali sleali compiute da potenze extra-europee. Oltre ai dazi, il meccanismo prevede misure non tariffarie come la limitazione agli appalti pubblici. “Piuttosto che usare lo strumento anti-coercizione, la Commissione preferirebbe abbassare le tariffe con i Paesi terzi” ha detto la copresidente Manon Aubry che, oltre che l’adozione delle misure non tariffarie previste dallo strumento, chiede: “l’uscita dell’Ue da qualsiasi accordo di libero scambio“.
Oltre a far marcia indietro sugli accordi con il Mercosur e i Paesi asiatici ed africani, l’Ue dovrebbe procedere nella direzione di maggiori imposizioni fiscali sui “super-guadagni delle multinazionali” ha detto Schirdewan, sottolineando come le aziende del digitale americano siano una minaccia per l’indipendenza strategica europea nei settori dell’energia, dell’acciaio e dell’automotive: “Vogliamo garantire una prospettiva ai nostri lavoratori, Musk, Zuckerberg e gli altri devono pagare. L’appeasement coi fascisti della Big Tech non deve andare a scapito dei cittadini, dobbiamo utilizzare lo strumento sul tavolo negoziale”.
Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 stelle a Bruxelles, ha aggiunto una terza misura, ovvero una tassazione del 3 per cento sulle ricchezze individuali superiori ai 100 milioni di euro per individuo: “si otterrebbero così 120 miliardi di euro da usare per il nostro welfare”. “In Europa negli ultimi 4 anni le fortune del top 1 per cento della popolazione sono aumentate di due trilioni di euro: rispondere con una tariffa sui super ricchi non solo è giustizia ma è risposta a un modello fallimentare”, ha spiegato Tridico.
L’eurodeputato si è espresso anche in merito alla visita alla Casa Bianca della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prevista per il 17 aprile, dicendosi preoccupato e perplesso sul fine e sul significato di questo incontro: “Cosa farà davvero Giorgia Meloni, rappresenterà gli interessi europei o quelli di un partito politico? La politica commerciale è una delle poche politiche comuni e le tariffe esterne sono comuni, non si può far nulla a livello di stato membro. Cosa farà dunque? implorerà Trump di fare o non fare qualcosa?” ha concluso provocatoriamente Tridico, dichiarando di non avere fiducia nella visita della premier.