Bruxelles – Dopo la giornata funesta di ieri, che ha visto i mercati finanziari globali fluttuare rovinosamente per effetto dei dazi del presidente Usa Donald Trump, arrivano segnali di ripresa dalle Borse asiatiche ed europee, che virano verso il recupero.
A soffiare la prima ventata di positività di questa mattina (8 aprile) è stata la Borsa di Tokyo, che dopo la terza flessione giornaliera consecutiva è riuscita a chiudere in rialzo, con il listino di riferimento Nikkei che segna un progresso del 6,03 per cento a quota 33.012.58, e un guadagno di 1.876 punti. Sul fronte dei cambi lo yen si svaluta sul dollaro, a 147,50, e sull’euro a 161,80, il che favorisce il commercio nipponico. il Giappone si sta ritagliando una posizione negoziale di vantaggio con gli Stati Uniti e la prospettiva di poter fare lo stesso ha elettrizzato i mercati asiatici. Positive infatti anche Shanghai, che guadagna lo 0,61 per cento, Hong Kong, in progresso dello 0,45 per cento e Seoul con il Kospi in rialzo dello 0,27 per cento. A passarsela ancora molto male è, oltre l’Indonesia che ha aperto con un crollo del 9 per cento, la Cina, che vede lo yuan indebolito come mai negli ultimi 19 mesi (7.3363 sul dollaro).
L’Europa apre le contrattazioni in risalita, anche se modestamente, dopo le pesanti perdite di ieri: Per Francoforte è +1,17 per cento in avvio, per Parigi +1,66 per cento, bene anche Londra (+1,25 per cento) e Madrid (+0,57 per cento). Segno più anche per Zurigo (+1,67 per cento) e Amsterdam (+1,58 per cento), complice sempre, come ha sottolineato Jim Reid, market strategist per Deutsche bank, l’ottimismo dei mercati attorno un possibile accordo tariffario Usa-Giappone.
Apertura in rialzo anche per Milano, che tenta il rimbalzo dopo il tonfo di ieri (-5,18%). L’indice Ftse Mib nei primi scambi segna +1,64 per cento a 33.393,74 punti. Sul listino in luce Iveco, Stm e Leonardo rispettivamente a +4,62 per cento, +4,49per cento e +3,89 per cento. Molto bene le banche con Mps +2,42 per cento, Unicredit +2,38 per cento, Banca Mediolanum +2,15 per cento, Intesa Sp +1,29 per cento. Guadagni anche per Unipol +4,55 per cento, Stellantis +2,25 per cento e Tim +1,74 per cento. Tra gli energetici Eni +1,46 per cento e Saipem +2,62 per cento, mentre perdono Terna -0,64 per cento, Snam -0,63 per cento ed Enel -0,34 per cento.
Rimbalzo anche sul mercato mondiale delle criptovalute, con il Bitcoin che guadagna l’1 per cento a 79.714 dollari, dopo aver toccato ieri il minimo a 77.000 dollari.
Prevista la ripresa anche per Wall street nonostante l’acceso scambio di minacce intercorso ieri sera tra gli Stati Uniti e la Cina: Trump ha annunciato che immporrà ulteriori tariffe del 50 per cento sul made in China se Pechino non ritirerà i suoi contro-dazi del 34 per cento contro i prodotti a stelle e striscei. Un portavoce del ministero del Commercio cinese, in una nota, ha dichiarato che il suo Paese non accetterà mai la “natura ricattatoria” degli Stati Uniti e considera le ultime minacce: “Un errore su un altro errore”. “Se Washington vorrà continuare su questa via allora Pechino lotterà fino alla fine” ha concluso il funzionario.
Il lieve rialzo delle Borse non deve tuttavia scatenare troppo gli entusiasmi. Russ Mould, direttore degli investimenti presso AJ Bell, mette in guardia i suoi clienti: “I mercati possono rimanere fragili per i giorni e le settimane a venire. Basterebbe solo un nuovo segno di aggressione da parte di Trump o un partener commerciale che reagisce duramente per causare un altro sconvolgimento. La ripresa del mercato può perdere slancio rapidamente se gli investitori perdono fiducia nel rimedio alla situazione che ha cauato lo scossone iniziale”.