Bruxelles – Come da copione, ieri sera Donald Trump ha lanciato la sua personale sfida al commercio globale, annunciando dazi al 10 per cento per tutti i Paesi e tariffe reciproche più alte per i 60 “più cattivi”, quelli con i maggiori squilibri commerciali con gli Stati Uniti. Dal Giardino delle Rose della Casa Bianca, munito di una lavagna, Trump ha snocciolato i numeri che proverebbero che tutto il mondo “ci ha derubato per 50 anni, ma non accadrà più”. Per l’Unione europea, colpevole secondo Trump di “farci pagare il 39 per cento”, i dazi saranno del 20 per cento. Con le prime luci dell’alba, è arrivata la dura risposta di Ursula von der Leyen, che ha avvertito che “le conseguenze saranno disastrose per milioni di persone in tutto il mondo”.
In un videomessaggio trasmesso dall’dall’Uzbekistan, dove si trova per una riunione tra leader europei e dell’Asia centrale, la leader Ue ha voluto chiarire “le immense conseguenze” della foga protezionista della nuova amministrazione americana. “L’incertezza aumenterà a dismisura e innescherà l’ascesa di un ulteriore protezionismo, l’inflazione aumenterà, milioni di cittadini dovranno affrontare bollette più alte della spesa”, ha preconizzato von der Leyen. E “anche i farmaci costeranno di più, come i trasporti”, ha proseguito. A pagarne le spese, “in particolare i cittadini più vulnerabili”, ma anche “tutte le imprese, grandi e piccole”, che “ne risentiranno dal primo giorno”.

Per di più, ha sottolineato la leader Ue, “non sembra esserci ordine nel caos” creato da Trump, che ha voluto colpire “tutti i partner commerciali statunitensi”. Prima di passare alle contromisure, von der Leyen ha voluto tendere una mano oltreoceano: “Sappiamo che il sistema commerciale globale presenta gravi carenze,
sono d’accordo con il presidente Trump sul fatto che altri stanno approfittando ingiustamente delle regole attuali”, ha ammesso. E sottolineato che “fin dall’inizio” l’Ue è “sempre stata pronta a negoziare con gli Stati Uniti per rimuovere ogni barriera al commercio transatlantico”. Anzi, von der Leyen ha rilanciato: “Non è troppo tardi per affrontare le preoccupazioni attraverso i negoziati“, chiedendo a Washington di “passare dal confronto alla negoziazione”.
Nel frattempo però, Bruxelles “sta già finalizzando un primo pacchetto di contromisure in risposta ai dazi sull’acciaio”, in vigore dal 12 marzo, e si sta “preparando per ulteriori contromisure“. La prima mossa dovrebbe essere l’entrata in vigore delle tariffe sui prodotti Usa per 26 miliardi di euro che l’Ue aveva già annunciato all’indomani dei dazi sull’acciaio, salvo poi fare marcia indietro nella speranza di una soluzione negoziata e di fronte alle perplessità dell’industria europea.
A quest’ultima, von der Leyen ha promesso che “terremo d’occhio gli effetti indiretti che queste tariffe potrebbero avere, perché non possiamo assorbire l’eccesso di capacità globale né accetteremo il dumping sul nostro mercato“. E ai cittadini europei “delusi dal nostro più antico alleato”, ha garantito che “l’Europa ha tutto ciò che le serve per superare questa tempesta”.
Nella mattinata a Bruxelles, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato il Commissario europeo con delega al commercio, Maroš Šefčovič, per discutere delle recenti decisioni dell’Amministrazione statunitense in materia commerciale. Nel corso dell’incontro, spiega una nota della Farnesina, i due “hanno convenuto sulla necessità di mantenere un approccio fermo ma basato sul dialogo, volto ad evitare un’ulteriore escalation sul fronte commerciale”. Il Ministro ha quindi ribadito “il sostegno italiano per la finalizzazione di nuovi accordi commerciali con paesi terzi per diversificare le nostre esportazioni, come con MERCOSUR, India (dove Tajani si recherà tra qualche giorno) e altre economie emergenti chiave nell’Indo-Pacifico, in Africa e nel Golfo”.