Bruxelles – Nessuna intenzione di uscire dalla Nato, ma gli alleati europei investano di più. Nel giorno della delusione e della rabbia per i dazi imposti dagli Stati Uniti ai beni dell’Unione europea, Usa e Paesi Ue dell’Alleanza atlantica cercano un riavvicinamento. E’ il segretario di Stato americano, Marco Rubio, a rassicurare. “Noi resteremo nella Nato” e il presidente in persona, Donald Trump, “l’ha detto con chiarezza, lui sostiene la Nato”, scandisce nel corso di una conferenza stampa stampa tenuta assieme al segretario generale dell’Organizzazione, Mark Rutte. Gli europei non hanno di che preoccuparsi: “Noi vogliamo che la Nato diventi più forte”, insiste il segretario di Stato degli Stati Uniti.
C’è un ‘però’. A questo impegno di Washington deve accompagnarsi un impegno delle altre capitali, ed è un impegno finanziario. Perché l’Alleanza atlantica diventi più forte come vuole Rubio, occorre che “tutti i partner, tutte le nazioni abbiano maggiore capacità”. Vuol dire spendere. “Ciascuno dei membri si impegni e mantenga la promessa di raggiungere il 5 per cento della spesa” nazionale in termini di Prodotto interno lordo per difesa e capacità militare, l’invito di Rubio. Una richiesta che inevitabilmente riaccende screzi e dissapori.

Da Varsavia, dove si tiene la riunione informale dei ministri della Difesa, l’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas, invita i Paesi membri dell’Unione europea all’interno della Nato a riconsiderare le rispettive agende nazionali in senso meno americano. “La cooperazione che abbiamo nella Difesa con gli americani è molto importante”, riconosce. Però occorre ragionare a “cosa possiamo fare di più per la nostra industria, perché in questo momento stiamo comprando molto dagli Stati Uniti“. C’è la necessità di guardare altrove, “diversificare il nostro portafoglio in modo da avere la capacità di produrre qui le munizioni e le cose di cui abbiamo bisogno, oltre ad acquistare da altri alleati”.