Bruxelles – I dazi ai prodotti europei decretati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non sono un problema di per sé, perché comunque producono ripercussioni economiche, ma lo sono per le conseguenze più ampie. “Sembra il che il mondo stia passando da un sistema di ordine al caos, come dimostra ciò che è accaduto ieri sera“, l’analisi della presidente del Comitato europeo delle regioni (Cor), Kata Tutto, la mattina dopo le mosse della Casa Bianca. I dazi Usa irrompono nella sessione plenaria dei rappresentanti degli enti locali di tutta Europa, dove si cerca di mantenere la calma e soprattutto la forza delle proprie convinzioni: “La cooperazione vince sempre nel lungo periodo“, sottolinea Tutto, in un chiaro invito a prendere le distanza dall’America di Trump.
In questa ottica la politica di coesione e i fondi strutturali europei che la finanziano vanno ripensate. La Commissione l’ha già fatto, attraverso una revisione degli obiettivi che possa rispondere alle sfide tutte nuove. “Ci sono cinque nuove priorità“, ricorda Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, responsabile per Coesione e riforme. La prima di questa è la competitività, e tramite questo nuovo obiettivo si può anche riuscire a rispondere alle ricadute dei dazi. Le altre quattro priorità tutte nuove sono difesa, questione abitativa, gestione delle risorse idriche e transizione energetica.
Fitto invita a considerare la possibilità di investire qui, attraverso un diverso uso dei fondi di coesione, attraverso proposte di modifica da presentare quanto prima. La Commissione si impegna ad approvarli “entro fine anno”, così da renderli operativi “nel 2026”. Chiarisce, per quanto riguarda la difesa, punto più controverso e che nel Comitato delle regioni incontra non poche riserve e perplessità, che “non si possono comprare armi coi soldi di coesione, solo investire in aziende del settore per creare lavoro e avere più competitività“, la prime delle nuove cinque priorità a cui rispondere con i fondi di coesione.