Bruxelles – La Commissione europea completa la sua visione di un’Unione che – prendendo in prestito le parole della vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen – entra in una “nuova era di difesa e sicurezza”. Il terzo tassello, dopo il Libro bianco per la Difesa (Readiness 2030) e la Strategia sulla preparazione alle crisi, è ProtectEu, un vasto piano per rafforzare la sicurezza interna del blocco Ue. Tra le altre cose, prevede di rafforzare diverse agenzie europee – Europol, Eurojust, Frontex -, di facilitare l’accesso ai dati online alle forze di polizia e di inaugurare una “nuova diplomazia della sicurezza”.
L’hanno presentata oggi (1 aprile) a Strasburgo il commissario Ue per gli Affari interni, Magnus Brunner, e la vice di von der Leyen responsabile responsabile per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Il punto di partenza, ha dichiarato Brunner, è “la necessità di cambiare mentalità e modo di pensare la sicurezza”. La Commissione europea ha identificato sei aree di azione: aumentare la consapevolezza delle minacce, migliorare l’applicazione delle leggi, costruire una maggior resilienza contro le minacce ibride, combattere la criminalità organizzata, contrastare il terrorismo e insistere sulle partnership per la sicurezza globale.
Secondo Europol, l’agenzia dell’Ue per la cooperazione nell’attività di contrasto, ormai l’85 per cento delle indagini penali nei Paesi membri si basa “sulla capacità delle autorità di accedere alle informazioni digitali“, perché quasi tutte le forme di crimine organizzato lasciano impronte digitali. Per questo, l’Ue proporrà una tabella di marcia sull’accesso legale ed efficace ai dati per le forze dell’ordine, accompagnata da una valutazione d’impatto per aggiornare le norme vigenti sulla conservazione dei dati. “Troveremo soluzioni equilibrate” per garantire il diritto alla privacy, ha assicurato Brunner.
Di pari passo, va affrontato il problema per cui, mentre la criminalità organizzata è sempre più transfrontaliera, l’azione delle autorità competenti si ferma troppo spesso ai confini nazionali. ProtectEu “punta a dare alle forze di polizia gli strumenti necessari per agire”, ha spiegato il commissario. Anticipando che l’Ue proporrà “l’anno prossimo” una revisione dei mandati di Europol e di Frontex, l’Agenzia Ue di Guardia di frontiera e costiera. Per quest’ultima – in chiave antiterrorismo – oltre a un rafforzamento delle competenze, è previsto che venga triplicato il personale, fino a 30 mila unità.
Europol invece nella strategia della Commissione sarà trasformata in un’agenzia di polizia “veramente operativa”, dotata di maggiori risorse e strumenti innovativi per indagini transfrontaliere complesse. In stretto contatto con gli Stati membri, ma anche con altre agenzie dell’Ue, come Eurojust (l’Agenzia per la cooperazione giudiziaria), Eppo (la Procura europea) e Enisa (l’Agenzia per la cybersicurezza). Il maggiore sostegno di Europol dovrebbe anche mirare a rafforzare le capacità degli Stati membri di condurre indagini efficaci attraverso la scienza forense digitale, la decrittazione, l’elaborazione di quantità crescenti di dati, l’uso operativo di tecnologie emergenti e innovative.
Ma la risposta “forte e coordinata” auspicata da Virkkunen va al di là del livello europeo. In sostanza, rispolverando uno slogan che aveva fatto suo l’ex commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, “serve un network per sconfiggere un network”. Brunner, che ne ha preso il testimone, ha sottolineato l’importanza di “essere internazionali”, cercando “nuove partnership” e il coinvolgimento di Paesi terzi per combattere le reti pervasive della criminalità organizzata. L’obiettivo è “creare squadre operative congiunte con le autorità di polizia dei paesi partner”, sull’esempio dell’accordo di cooperazione siglato solo un mese fa dalla Polizia federale brasiliana e Europol. L’Ue punta inoltre ad “accelerare” l’integrazione dei paesi candidati all’Ue nell’architettura di sicurezza dell’Unione.
Di questi e altri temi legati alla Difesa si parlerà il 15 aprile a Roma nell’evento della serie Connact “Difesa comune europea: finanziamenti e integrazione industriale“.