Bruxelles – Agenda piuttosto densa per l’Eurocamera, che la prossima settimana si riunirà in sessione plenaria a Strasburgo. Dalle guerre alle porte dell’Unione alla spinosa questione della difesa continentale, dalle norme comunitarie sulla due diligence aziendale alle libertà civili messe a repentaglio negli Stati membri e nei Paesi terzi, dai dazi statunitensi fino alle malattie rare.
Ucraina, difesa e sicurezza
Grande spazio, come sempre, ai temi dell’attualità internazionale. Martedì mattina (1 aprile) ci saranno due dibattiti chiave incentrati rispettivamente sulle conclusioni del summit Ue dello scorso 20 marzo e sui crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina, per giudicare i quali i Conservatori (Ecr) chiedono l’istituzione di un tribunale penale ad hoc.
Martedì pomeriggio i deputati discuteranno i risultati contenuti in due rapporti annuali sulla politica estera e di sicurezza comune (Cfsp) e sulla sua componente relativa alla difesa (Csdp): l’accento verrà posto sul sostegno a Kiev e sull’utilizzo dei capitali russi immobilizzati, così come sulla necessità di colmare le lacune dell’Unione relativamente allo sviluppo di una solida base industriale e all’eterno problema dei finanziamenti, che dovranno arrivare non solo dai bilanci statali ma anche dagli investimenti privati.

E continua la coda di polemiche nei confronti del piano ReArm Europe: l’ambientalista italiano Ignazio Marino (Avs) giudica “sbagliato” mettere 800 miliardi sul riarmo nazionale laddove servirebbe “un esercito comune europeo“, mentre dalla Sinistra Pasquale Tridico (M5s) si rammarica che Bruxelles abbia “assegnato la politica estera Ue a tre staterelli baltici individualistici e pronti al riarmo“.
Quanto alla guerra in Medio Oriente, l’ulteriore aggravarsi della già drammatica situazione umanitaria a Gaza sarà oggetto di un dibattito martedì pomeriggio. Lo stesso giorno l’emiciclo discuterà anche della nuova strategia per la preparazione, che mira a rendere l’Ue più resiliente di fronte alle crisi di qualunque genere. Un approccio olistico alla sicurezza di cui sembrano soddisfatti i Socialisti (S&D), per i quali è fondamentale “armonizzare le percezioni delle minacce” tra gli Stati membri e mobilitare finanziamenti per farvi fronte a livello europeo (inclusi strumenti comuni come gli eurobond).
Omnibus, dazi e automotive
Al centro dell’attenzione anche i temi economici, non senza qualche polemica. Al voto martedì ci sarà una parte del primo pacchetto Omnibus, proposto dal Berlaymont per semplificare la normativa comunitaria in diversi settori. Soprattutto, i deputati dovrebbero votare sulla cosiddetta direttiva stop-the-clock, che modifica tramite procedura accelerata le regole sulla due diligence aziendale, di fatto sospendendone l’applicazione fintanto che i co-legislatori non avranno raggiunto un accordo su come riformarle.
L’idea, spiegano i Popolari, è quella di mettere in pausa delle norme che verranno comunque modificate a breve, per evitare ulteriori confusioni nel comparto industriale. Sul resto del provvedimento stanno procedendo i negoziati tra Ppe, S&D, Renew e Verdi e il clima, a sentire i diretti interessati, sembrerebbe positivo, per quanto gli ecologisti tengano ad ammonire circa il rischio che il cambiamento continuo delle regole – una deregulation selvaggia mascherata da semplificazione – possa gettare nel caos interi settori. A spingere per una vera e completa deregolamentazione sono invece i Patrioti (PfE), secondo i quali “troppe imprese stanno affogando nella burocrazia”, e i loro colleghi dell’Ecr che chiedono “pragmatismo e buon senso”.

Sempre martedì è previsto un voto sull’imminente guerra commerciale con gli Stati Uniti, scatenata dai dazi decisi da Donald Trump che dovrebbero entrare in vigore il giorno successivo. Per i Socialisti il prezzo di questo scontro verrà pagato dai consumatori e dai produttori, e secondo il Pd Brando Benifei “con Trump va utilizzato il linguaggio della forza” tramite l’adozione di contromisure efficaci. Mercoledì l’emiciclo discuterà sul piano per l’acciaio di Bruxelles nonché sul futuro delle industrie energivore.
È stato invece espunto dal calendario della prossima sessione il dibattito sul comparto automobilistico europeo, in attesa – spiegano i gruppi della maggioranza, per lo scorno di Patrioti e Conservatori ma anche della Sinistra – di un’imminente iniziativa legislativa della Commissione sul tema. In realtà, il Ppe è d’accordo coi deputati della destra radicale sulla necessità di alleggerire le multe per i produttori che non si allineano ai target sulle emissioni e sul fatto che sia “completamente sbagliato” punire il settore dell’automotive in una fase storica così delicata. Gli ambientalisti rispondono che “il futuro dell’industria automobilistica globale è la mobilità elettrica“.
Altri temi sul tavolo
I deputati discuteranno inoltre dell’erosione della democrazia e delle libertà civili sia dentro che fuori l’Unione. Da un lato, sta facendo molto rumore l’annunciata intenzione del premier ungherese Viktor Orbán di bandire il Pride di Budapest. L’Aula ne discuterà mercoledì. Per Popolari, Socialisti, liberali, Verdi e Sinistra si tratta di un attacco frontale ai valori europei, che dovrebbero tutelare le libertà e i diritti fondamentali (inclusi quelli della comunità Lgbtq+). Dal gruppo PfE, che ospita il partito di Orbán, ci si limita a ripetere che le scelte sovrane dei governi nazionali vanno rispettate.
D’altra parte, desta grande preoccupazione anche la repressione del dissenso portata avanti in Turchia dal leader autoritario Recep Tayyip Erdoğan con l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoğlu e il giro di vite contro i manifestanti. Una delegazione del Partito del socialismo europeo (Pes) si recherà nel Paese anatolico questo weekend per monitorare la situazione sul campo, mentre l’emiciclo ne discuterà martedì.

Sul versante del contrasto alla corruzione, i gruppi progressisti insistono sulla necessità di istituire un organo etico all’Europarlamento per monitorare dall’interno la condotta dei deputati, ma per ora non se ne parla data la sostanziale opposizione dei Popolari (poiché, dicono, non si risolverebbero i problemi di corruzione e comunque sono in corso le indagini sia sul Qatargate sia sullo scandalo legato all’azienda cinese Huawei). Secondo i Verdi, l’Aula ha bisogno di regole più rigide per salvaguardare la propria trasparenza, mentre la Sinistra vorrebbe una commissione d’inchiesta con reali poteri d’indagine, ma sembra difficile che possa vedere la luce tanto presto.
Sotto i riflettori per gli eurodeputati nostrani c’è infine il piano d’azione sulle malattie rare, di cui l’Aula discuterà giovedì mattina. Per il meloniano Francesco Torselli “è importantissimo che venga portato avanti”, poiché l’Italia “è Paese guida in Europa nel settore”, avendo depositato 122 brevetti sui 130 medicinali registrati in Ue.